| "Descrizione" by FRanier (10041 pt) | 2025-Dec-02 16:26 |
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Mandorla (Prunus dulcis)
La mandorla è il seme commestibile del mandorlo (Prunus dulcis), albero appartenente alla famiglia delle Rosaceae, strettamente imparentato con pesco, albicocco e ciliegio. Originaria delle regioni aride e semi-aride dell’Asia sud-occidentale, la coltivazione della mandorla si è diffusa da secoli nel bacino del Mediterraneo, in California e in altre aree a clima caldo e secco, dove rappresenta una vera colonna dell’agricoltura tradizionale.
Il mandorlo è una pianta caducifoglia di media altezza, con chioma espansa e rami sottili. In primavera, prima ancora che compaiano le foglie, si ricopre di fiori bianchi o rosati, molto decorativi, simbolo di rinascita e di inizio stagione. Dopo l’impollinazione, i fiori evolvono in frutti: all’esterno una buccia verde e carnosa (mallo), sotto la quale si trova un guscio legnoso, duro e poroso, che racchiude uno o due semi: le mandorle.
La parte commestibile è quindi il seme contenuto nel guscio: una piccola “goccia” allungata di colore avorio-crema, rivestita da una pellicola sottile, marrone chiaro. A crudo, la mandorla ha consistenza croccante ma alquanto friabile, un odore tenue e un sapore delicato, leggermente dolce, con note vegetali morbide. Con la tostatura, la struttura diventa più friabile e il profilo aromatico si intensifica: emergono sentori tostati, di frutta secca, marzapane, biscotto, che rendono la mandorla una delle basi più versatili in pasticceria e nell’industria alimentare.
La mandorla è considerata un alimento di alta densità nutrizionale e al tempo stesso un ingrediente di grande ricchezza sensoriale. È profondamente legata a paesaggi asciutti, terreni sassosi e coltivazioni che sfruttano il sole e la scarsa piovosità, trasformando risorse limitate in un seme denso, oleoso e aromatico. Per questo, oltre che per il suo valore economico, è vista come simbolo di sobrietà mediterranea, energia concentrata e tradizione dolciaria.
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I termini "Prunus dulcis" e "Prunus amygdalus dulcis" si riferiscono entrambi all'albero di mandorlo. Tuttavia, rappresentano convenzioni di denominazione leggermente diverse e possono a volte causare confusione.
Ha molte varietà, ma le più conosciute sono
Prunus amygdalus dulcis, comunemente noto come mandorlo o mandorlo dolce, è una varietà di albero di mandorlo coltivata per i suoi semi o noci commestibili. Originario del Medio Oriente e del Sud Asia, l'albero è ora ampiamente coltivato nelle regioni temperate di tutto il mondo. Produce piccoli fiori rosa o bianchi in primavera, che si sviluppano in frutti contenenti un guscio duro con il seme di mandorla all'interno. Le mandorle dolci sono apprezzate per il loro sapore, i benefici nutrizionali e le loro applicazioni versatili in alimentazione, cosmetici e medicina.
Classificazione botanica
Nome comune: Mandorlo, mandorla
Clade: Angiospermae
Ordine: Rosales
Famiglia: Rosaceae
Genere: Prunus
Specie: Prunus dulcis (Mill.) D.A. Webb
Clima
Il mandorlo è una specie tipica dei climi mediterranei, con inverni miti ed estati calde e secche. Predilige zone con bassa umidità atmosferica e buona ventilazione. È abbastanza resistente alla siccità, ma sensibile alle gelate tardive, perché fiorisce precocemente: abbassamenti di temperatura in fioritura o in allegagione possono compromettere in modo significativo la produzione di mandorle.
Esposizione
L’esposizione ideale è in pieno sole, su versanti ben arieggiati e, se possibile, leggermente elevati, così da ridurre il rischio di ristagno di aria fredda. Una buona disponibilità di luce è fondamentale per una fioritura abbondante, una corretta differenziazione delle gemme e una produzione regolare. Esposizioni troppo ombreggiate riducono la fruttificazione e favoriscono l’allungamento dei germogli.
Terreno
Il mandorlo si adatta bene a terreni leggeri, ben drenati, anche poveri e calcarei, dove altre specie da frutto avrebbero difficoltà. Teme invece i suoli soggetti a ristagni idrici e quelli eccessivamente compatti, che favoriscono problemi radicali. I terreni di medio impasto, tendenzialmente subalcalini, con un discreto tenore di sostanza organica, permettono un buon equilibrio tra crescita vegetativa e produttiva.
Irrigazione
Tradizionalmente coltivato in asciutta, il mandorlo beneficia comunque di una irrigazione di sostegno nelle fasi critiche (ingrossamento dei frutti, estati particolarmente siccitose), soprattutto negli impianti intensivi. È importante evitare eccessi idrici e sbalzi bruschi di umidità, che possono favorire spaccature dei frutti o problemi di marciumi al colletto. In suoli leggeri sono preferibili apporti modesti e frequenti rispetto a poche irrigazioni molto abbondanti.
Temperatura
Le temperature ottimali per lo sviluppo vegetativo si collocano, in genere, tra 15 e 28 °C. Il mandorlo sopporta abbastanza bene estati calde e asciutte, mentre è più sensibile al freddo umido prolungato. La fioritura precoce rende la coltura vulnerabile alle gelate primaverili: per ridurre il rischio, si preferiscono siti ben esposti, con buona circolazione d’aria, evitando fondovalle soggetti a inversioni termiche.
Concimazione
Il mandorlo ha esigenze nutrizionali moderate, ma una buona gestione della concimazione è importante per sostenere fioritura e produzione regolare. Un apporto periodico di sostanza organica (letame maturo, compost) migliora struttura e fertilità del suolo. Gli elementi chiave sono azoto, fosforo e potassio: l’azoto va fornito senza eccessi per non stimolare troppa vegetazione a scapito dei frutti, mentre fosforo e potassio favoriscono fioritura, allegagione e qualità delle mandorle (resa in olio, pezzatura).
Cure colturali
Le cure colturali comprendono il contenimento delle infestanti nella zona del colletto, una corretta potatura di formazione nei primi anni e potature di produzione leggere ma regolari in seguito, per mantenere la chioma arieggiata e ben illuminata. È importante monitorare eventuali parassiti (come insetti carpofagi) e patogeni fungini, intervenendo con criteri di difesa integrata e favorendo rotazioni e buone pratiche agronomiche. Una chioma troppo fitta aumenta il rischio di malattie e riduce la qualità dei frutti.
Raccolta
La raccolta delle mandorle si effettua quando il mallo esterno inizia ad aprirsi e il guscio lignificato è ben asciutto. A maturazione avvenuta, le mandorle possono essere scosse e fatte cadere a terra su teli, quindi raccolte e rapidamente sgusciate o private del mallo per evitare fenomeni di muffe. Una corretta essiccazione delle mandorle in guscio o sgusciate, in ambiente ventilato e asciutto, è essenziale per garantire una buona conservazione e preservare aroma e qualità.
Moltiplicazione
La moltiplicazione del mandorlo avviene principalmente per innesto su portinnesti compatibili (mandorlo franco, ibridi con pesco o altre specie affini), scelti in funzione del tipo di terreno e dell’areale. La produzione di portinnesti parte da seme, mentre le varietà vengono propagate per innesto a gemma o a marza. La moltiplicazione per seme delle cultivar non è utilizzata per ottenere piante da frutto, poiché non garantisce la fedeltà varietale; è invece uno strumento per ottenere il materiale di base da utilizzare come portinnesto.
(mandorle secche, non salate)
Energia: ~ 570–600 kcal
Acqua: ~ 4–6 g
Carboidrati totali: ~ 20 g
Fibra alimentare: ~ 10–13 g
Proteine: ~ 20–22 g
Grassi totali: ~ 50–55 g
SFA (grassi saturi): ~ 4–5 g
MUFA (grassi monoinsaturi, principalmente acido oleico): quota prevalente
PUFA (grassi polinsaturi, soprattutto acido linoleico): quota significativa
Minerali: calcio, magnesio, fosforo, potassio, zinco, rame, manganese
Vitamine: vitamina E, riboflavina (B2), niacina (B3), folati, piccole quantità di altre vitamine del gruppo B
I valori possono variare in funzione di cultivar, origine, tipo di lavorazione (crude, tostate, pelate).
Lipidi (frazione principale, circa metà del peso) con prevalenza di acidi grassi insaturi (MUFA e PUFA)
Proteine vegetali con discreto profilo aminoacidico
Fibra alimentare (soprattutto nella pellicola)
Carboidrati (amido, zuccheri in modesta quantità)
Minerali: calcio, magnesio, fosforo, potassio, zinco, rame, manganese
Vitamine: in particolare vitamina E (tocoferoli), vitamine B (B2, B3, folati)
Fitocomposti: fitosteroli, polifenoli, composti antiossidanti associati alla frazione lipidica e alla pellicola
Coltivazione
climi mediterranei o caldo-secchi, inverno mite ed estate calda e soleggiata
terreni sciolti, ben drenati, spesso poco profondi e pietrosi
fioritura precoce, con rischio di danni da gelate tardive
Fruttificazione e raccolta
dopo la fioritura si sviluppa il frutto con mallo, guscio e seme
raccolta meccanizzata o manuale quando il mallo si spacca e i frutti sono maturi
essiccazione dei frutti per ridurre l’umidità
Sgusciatura e selezione
rimozione del mallo e successiva sgusciatura per estrarre il seme
selezione per calibro, integrità, colore
Trasformazioni
mandorle intere (crude, tostate, salate, pelate)
farina di mandorle, granella
latte di mandorla, “drink” vegetali
olio di mandorle per uso alimentare e cosmetico
paste e creme spalmabili
semi di forma allungata, leggermente appiattiti
colore interno avorio-crema, pellicola esterna marrone chiaro
consistenza solida, compatta, croccante da secca
elevata densità per contenuto lipidico e proteico
buona attitudine alla macinazione (farina, pasta, crema)
sapore dolce, morbido, leggermente tostato, con note di marzapane e biscotto (soprattutto da tostata)
aroma ricco e persistente, molto valorizzato in pasticceria
elevato contenuto lipidico → buona untuosità e cremosità nelle paste
ottima capacità di formare emulsioni stabili in creme, ripieni, creme spalmabili
farina di mandorle: struttura fine, ideale per dolci, prodotti da forno, biscotti, prodotti da dessert
buona resa anche in prodotti “senza glutine” come parte della componente solida
consumo diretto come snack (crude, tostate, salate o al naturale)
pasticceria: torte, biscotti, croccanti, torroni, praline, amaretti
crema e burro di mandorle, creme spalmabili
latte/“drink” di mandorla e bevande vegetali
granella o lamelle per topping su yogurt, gelati, insalate, piatti salati
cucina salata: salse, pesti, panature, ripieni, piatti di pesce o carne con crosta di mandorle
prodotti ad alto contenuto proteico e energetico (barrette, snacks, mix di frutta secca)
La mandorla è un alimento ad alta densità calorica, ma anche ricco di nutrienti:
proteine vegetali: utili per integrare l’apporto proteico quotidiano
grassi insaturi (in particolare monoinsaturi): considerati favorevoli, nel contesto di una dieta equilibrata, rispetto a un eccesso di grassi saturi
fibra: contribuisce a sazietà e benessere intestinale
vitamina E: potenziale supporto antiossidante
minerali come magnesio, calcio, potassio: sostegno a funzioni neuromuscolari, ossee e metaboliche
Tuttavia, l’elevato contenuto calorico richiede un consumo moderato, soprattutto in regimi ipocalorici. È inoltre essenziale considerare la componente allergenica (vedi sezione dedicata).
Una porzione ragionevole di mandorle, per consumo quotidiano, è in genere di 20–30 g (circa una piccola manciata), da adattare al fabbisogno energetico e al contesto della dieta complessiva.
la mandorla è classificata come frutta a guscio e può provocare allergie anche importanti
soggetti allergici alla frutta a guscio devono prestare estrema attenzione, anche a tracce
possibile contaminazione crociata in prodotti industriali (laboratori che lavorano più tipi di frutta secca)
in alcuni individui può risultare pesante da digerire se consumata in eccesso
conservare in luogo fresco, asciutto, al riparo da luce e fonti di calore
l’elevato contenuto di grassi la rende suscettibile a irrancidimento ossidativo
mandorle con pellicola sono in genere più stabili di quelle pelate
in condizioni ottimali può conservarsi alcuni mesi; in caso di dubbi su odore e sapore (note rancide) è consigliabile non consumare
in ambito normativo, la mandorla rientra tra gli allergeni a dichiarazione obbligatoria in etichetta
devono essere rispettati i limiti di contaminanti (micotossine, residui di fitofarmaci) previsti dalle normative alimentari
per oli, farine e prodotti derivati si applicano le stesse regole di sicurezza igienico-sanitaria, tracciabilità e qualità
Per prodotti a base di mandorle (intere, farine, creme, bevande), l’etichetta dovrebbe riportare:
denominazione: mandorle (o prodotto derivato, es. “bevanda a base di mandorle”)
chiara indicazione della presenza di mandorle come allergene
origine (Paese o area, se dichiarata)
lotto, data di scadenza / TMC
modalità di conservazione
per prodotti composti: lista ingredienti in ordine decrescente, con mandorla evidenziata per l’allergene
In cucina
sapore “vecchio” o amarognolo → possibile irrancidimento: non utilizzare
consistenza gommosa o troppo morbida → eccesso di umidità o conservazione non corretta
dolci poco strutturati con farina di mandorle → possibile necessità di bilanciare con altri amidi/farine per dare sostegno all’impasto
In conservazione
odore rancido, note metalliche → ossidazione dei grassi; prodotto da scartare
comparsa di insetti nei sacchetti → stoccaggio in ambiente caldo/umido; va eliminato il prodotto e migliorata la conservazione
Dalla mandorla derivano vari ingredienti cosmetici, tra cui soprattutto olio di mandorle dolci (Prunus amygdalus dulcis oil).
Principali funzioni:
emolliente: ammorbidisce e nutre la pelle, migliorandone la sensazione tattile
skin conditioning: contribuisce al mantenimento del comfort cutaneo
impiego in creme, oli da massaggio, prodotti per il corpo e per neonati
possibile presenza in prodotti per capelli come agente nutriente e lucidante
Agente condizionante della pelle. Rappresenta il perno del trattamento topico della pelle in quanto ha la funzione di ripristinare, aumentare o migliorare la tolleranza cutanea a fattori esterni, compresa la tolleranza dei melanociti. La funzione più importante dell'agente condizionante è prevenire la disidratazione della pelle, ma il tema è piuttosto complesso e coinvolge emollienti ed umettanti che possono essere aggiunti nella formulazione.
Agente condizionante per capelli. Nelle formulazioni di shampoo per capelli possono coesistere una quantità rilevante di ingredienti con scopi specifici e mirati: detergenti, condizionanti, addensanti, opacizzanti, sequestranti, fragranze, conservanti, additivi particolari. Tuttavia gli ingredienti indispensabili sono i detergenti ed i condizionanti in quanto necessari e sufficienti per la pulizia e la gestibilità dei capelli. Gli altri hanno funzioni accessorie commerciali e non indispensabili come: aspetto estetico, profumo, colorazione ecc. Gli agenti condizionanti per i capelli hanno il compito di aumentarne la lucentezza, la maneggevolezza ed il volume, ridurne l'elettricità statica soprattutto dopo trattamenti quali colorazione, stiratura, ondulazione, asciugatura e spazzolatura. Sono, in pratica, dispersori che possono contenere tensioattivi cationici, addensanti, emollienti, polimeri. La tipologia degli agenti condizionatori per capelli comprende: condizionatori intensivi, condizionatori istantanei, condizionatori addensanti, condizionatori per l'asciugatura. Possono svolgere il loro compito generalmente accompagnati da altri diversi ingredienti.
Protettivo della pelle. Crea una barriera protettiva sulla pelle per difenderla da sostanze nocive, irritanti, allergeni, agenti patogeni che possono provocare varie condizioni infiammatorie. Questi prodotti possono anche migliorare la barriera cutanea naturale e nella maggior parte dei casi ne occorrono più di uno per raggiungere un risultato efficace.
Umettante. Composto igroscopico utilizzato per ridurre al minimo la perdita d'acqua nella pelle e per prevenirne l'essiccazione facilitando un più rapido e maggiore assorbimento di acqua nello strato corneo dell'epidermide. L'epidermide è il più superficiale dei tre strati con cui è composta la pelle umana (epidermide, derma e ipoderma) ed è lo strato che provvede al mantenimento dell'idratazione in tutti e tre gli strati. A sua volta l'epidermide è composta da cinque strati: corneo, il più superficiale, granulare, spinoso, lucido, basale. Gli umettanti hanno la capacità di trattenere nello strato corneo l'acqua che attirano dall'aria ed hanno la funzione di idratare la pelle. Meglio utilizzarli prima degli emollienti che sono a base d'olio.
La mandorla (Prunus dulcis) è un frutto a guscio che unisce in modo esemplare valore nutrizionale, versatilità culinaria e ricchezza sensoriale. Nata in ambienti asciutti e assolati, offre un seme denso di grassi insaturi, proteine, fibra, minerali e vitamina E, divenuto nei secoli uno dei pilastri della pasticceria e dell’alimentazione mediterranea.
Utilizzata come snack, ingrediente di dolci, base per bevande vegetali, creme e oli, la mandorla rappresenta una risorsa preziosa quando consumata con equilibrio e con adeguata attenzione alle allergie e alla corretta conservazione. Rimane una protagonista indiscussa tra i semi oleosi, simbolo di energia concentrata, tradizione e gusto raffinato.
Studi
La mandorla dolce è ricca di grassi monoinsaturi, fibre, magnesio, può regolare l'omeostasi del glucosio, è ipocolesterolemica (1), svolge un'azione antiossidante (2) ed è un coadiuvante nel trattamento dei rischi cardiovascolari (3).
Ha una buona quantità di grassi monoinsaturi, fibre, magnesio, può regolare l'omeostasi del glucosio, è ipocolesterolemica cioè può ridurre il colesterolo dannoso, svolge un'azione antiossidante ed è un coadiuvante per i rischi cardiovascolari.

Attenzione: la mandorla amara è tossica.
Questo studio ha trovato un'associazione statisticamente significativa tra l'alta frequenza di consumo di arachidi, pinoli, mandorle e la riduzione del rischio di cancro colon rettale (4).
Dalla mandorla dolce si ricava :
Per quanto riguarda il sottoprodotto industriale della mandorla piuttosto diffuso, il latte di mandorla, specialmente nelle versioni zuccherate, occorre fare attenzione perché hanno un potenziale cariogenico (5).
Mentre la mandorla dolce ha molte proprietà benefiche per la salute umana, la mandorla amara è tossica anche a dosi relativamente piccole in quanto ne sono sufficienti 5 o 6 per provocare intossicazioni. Può essere mortale a dosi superiori. Il sapore amaro, collegato ad un componente, l'amigdalina, fortunatamente, provvede a scoraggiare dall'ingestione.
Dalla mandorla amara si ricava, previa depurazione dell'acido cianidrico ivi contenuto :
Sull'argomento sono stati selezionati gli studi più rilevanti con una sintesi dei contenuti:
Bibliografia________________________________________________________________
(1) Kamil A, Chen CY. Health Benefits of Almonds beyond Cholesterol Reduction. J Agric Food Chem. 2012 Feb 17. J Agric Food Chem. 2012 Jul 11;60(27):6694-702. doi: 10.1021/jf2044795.
Abstract. Almonds are rich in monounsaturated fat, fiber, α-tocopherol, minerals such as magnesium and copper, and phytonutrients, albeit being energy-dense. The favorable fat composition and fiber contribute to the hypocholesterolemic benefit of almond consumption. By virtue of their unique nutrient composition, almonds are likely to benefit other modifiable cardiovascular and diabetes risks, such as body weight, glucose homeostasis, inflammation, and oxidative stress. This paper briefly reviews the nutrient composition and hypocholesterolemic benefits; the effects of almond consumption on body weight, glucose regulation, oxidative stress, and inflammation, based on the data of clinical trials, will then be discussed. Although more studies are definitely warranted, the emerging evidence supports that almond consumption beneficially influences chronic degenerative disease risk beyond cholesterol reduction, particularly in populations with metabolic syndrome and type 2 diabetes mellitus.
(2) Barreira JC, Ferreira IC, Oliveira MB, Pereira JA. Antioxidant potential of chestnut (Castanea sativa L.) and almond (Prunus dulcis L.) by-products. Food Sci Technol Int. 2010 Jun;16(3):209-16. doi: 10.1177/1082013209353983.
Abstract. The antioxidant properties of almond green husks (Cvs. Duro Italiano, Ferraduel, Ferranhês, Ferrastar and Orelha de Mula), chestnut skins and chestnut leaves (Cvs. Aveleira, Boa Ventura, Judia and Longal) were evaluated through several chemical and biochemical assays in order to provide a novel strategy to stimulate the application of waste products as new suppliers of useful bioactive compounds, namely antioxidants. All the assayed by-products revealed good antioxidant properties, with very low EC(50) values (lower than 380 μg/mL), particularly for lipid peroxidation inhibition (lower than 140 μg/mL). The total phenols and flavonoids contents were also determined. The correlation between these bioactive compounds and DPPH (2,2-diphenyl-1-picrylhydrazyl) radical scavenging activity, reducing power, inhibition of β-carotene bleaching and inhibition of lipid peroxidation in pig brain tissue through formation of thiobarbituric acid reactive substances, was also obtained. Although, all the assayed by-products proved to have a high potential of application in new antioxidants formulations, chestnut skins and leaves demonstrated better results.
(3) Lairon D. Intervention studies on Mediterranean diet and cardiovascular risk. Mol Nutr Food Res. 2007 Oct;51(10):1209-14. doi: 10.1002/mnfr.200700097. PMID: 17879996.
Abstract. The traditional Mediterranean diet, as studied in the 1950s to 1960s in the South of Europe, is characterized by moderate energy intake, low animal fat, high olive oil, high cereals, high legumes, nuts and vegetables, and regular and moderate wine. A Mediterranean-type diet is being developed to mimic the traditional one and fit with present life style. While numerous epidemiological studies have supported the concept that adherence to the traditional Mediterranean diet is beneficial for health and particularly protects against cardiovascular disease, the limited number of intervention studies in this field have not yet provided major support. Nevertheless, the dietary interventions performed until now have demonstrated that adoption of a Mediterranean-type diet reduces several cardiovascular risk factors in subjects at risk (primary prevention) and/or cardiovascular events or mortality in patients after a first cardiac event (secondary prevention). Among numerous foodstuffs characterizing the Mediterranean diet, virgin olive oil has been shown to display beneficial effects on a wide range of risk factors.
(4) Lee J, Shin A, Oh JH, Kim J. The relationship between nut intake and risk of colorectal cancer: a case control study. Nutr J. 2018 Mar 7;17(1):37. doi: 10.1186/s12937-018-0345-y.
Abstract. Background: Nut consumption is known to reduce the risk of obesity, diabetes mellitus, and cardiovascular disease. However, in previous studies, portion sizes and categories of nut consumption have varied, and few studies have assessed the association between colorectal cancer risk and nut consumption. In this study, we investigated the relationship between nut consumption and colorectal cancer risk. Methods: A case-control study was conducted among 923 colorectal cancer patients and 1846 controls recruited from the National Cancer Center in Korea. Information on dietary intake was collected using a semi-quantitative food frequency questionnaire with 106 items, including peanuts, pine nuts, and almonds (as 1 food item). Nut consumption was categorized as none, < 1 serving per week, 1-3 servings per week, and ≥3 servings per week. A binary logistic regression model was used to estimate odds ratios (OR) and their 95% confidence intervals (CI) for the association between nut consumption and colorectal cancer risk, and a polytomous logistic regression model was used for sub-site analyses. Results: High nut consumption was strongly associated with reduced risk of colorectal cancer among women (adjusted ORs: 0.30, 95%CI: 0.15-0.60 for the ≥3 servings per week group vs. none). A similar inverse association was observed for men (adjusted ORs: 0.28, 95% CI: 0.17-0.47). In sub-site analyses, adjusted ORs (95% CIs) comparing the ≥3 servings per week group vs none were 0.25 (0.09-0.70) for proximal colon cancer, 0.39 (0.19-0.80) for distal colon cancer, and 0.23 (0.12-0.46) for rectal cancer among men. An inverse association was also found among women for distal colon cancer (OR: 0.13, 95% CI: 0.04-0.48) and rectal cancer (OR: 0.40, 95% CI: 0.17-0.95). Conclusions: We found a statistically significant association between high frequency of nut consumption and reduced risk of colorectal cancer. This association was observed for all sub-sites of the colon and rectum among both men and women, with the exception of proximal colon cancer for women.
(5) Lee J, Townsend JA, Thompson T, Garitty T, De A, Yu Q, Peters BM, Wen ZT. Analysis of the Cariogenic Potential of Various Almond Milk Beverages using a Streptococcus mutans Biofilm Model in vitro. Caries Res. 2018;52(1-2):51-57. doi: 10.1159/000479936.
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