Hello, Guest!
 
 

 
 
  Objects Tiiips Categories
Apricot
"Descrizione"
by AColumn (9403 pt)
2025-Nov-29 18:50

Review Consensus: 8 Rating: 8 Number of users: 1
Evaluation  N. ExpertsEvaluation  N. Experts
1
  
6
  
2
  
7
  
3
  
8
  1
4
  
9
  
5
  
10
  

Albicocca (Prunus armeniaca)


Descrizione

L’albicocca, frutto di Prunus armeniaca (famiglia Rosaceae), è una drupa di piccole dimensioni, di forma rotondeggiante o leggermente ovale, con buccia sottile e vellutata di colore giallo-arancio spesso sfumato di rosso sul lato esposto al sole. La polpa è succosa, tenera, con consistenza fine e sapore dolce-acidulo molto caratteristico, mentre al centro è presente un nocciolo legnoso che racchiude il seme. L’albicocca è un frutto tipicamente estivo, consumato fresco oppure trasformato in succhi, confetture, sciroppati, puree, essiccati e ingredienti per prodotti dolciari. È apprezzata per il contenuto di vitamina A (provitamina A da carotenoidi), vitamina C, fibre, zuccheri naturali e composti antiossidanti che le conferiscono il tipico colore arancione e interessanti proprietà nutrizionali. Le albicocche disidratate concentrano energia, zuccheri, fibre e micronutrienti, uno snack denso di nutrienti ma da consumare con moderazione.

Classificazione botanica

  • Nome comune: albicocca (frutto), albicocco (pianta)

  • Nome botanico: Prunus armeniaca

  • Famiglia: Rosaceae

  • Origine: regioni temperate dell’Asia centrale, poi diffuso in area mediterranea e in molti altri paesi

  • Caratteristiche generali: albero da frutto di media grandezza (5–7 m), caducifoglio, con chioma tondeggiante, fioritura molto precoce (fiori bianco-rosati prima delle foglie) e drupe vellutate di colore giallo-arancio, talvolta sfumate di rosso. È una drupacea a nocciolo singolo, con tendenza all’alternanza di produzione se non gestita correttamente.


Coltivazione e condizioni di crescita

Clima

  • Specie tipica dei climi temperati con inverni freddi ma non eccessivamente rigidi.

  • Richiede un certo numero di ore di freddo invernale per una corretta induzione a fiore.

  • Fiori molto sensibili alle gelate tardive, a causa della fioritura precoce; per questo è preferibile la collina rispetto alle zone di fondovalle soggette a inversioni termiche.

  • Estati calde e asciutte favoriscono la maturazione e la qualità del frutto.

Esposizione

  • Preferisce pieno sole, fondamentale per zuccheri, colorazione e qualità organolettica dell’albicocca.

  • Evitare ombreggiamenti prolungati (alberi o fabbricati vicini) che riducono fioritura e produzione.

  • Posizioni leggermente ventilate aiutano ad asciugare la chioma e a contenere le malattie fungine.

Terreno

  • Predilige terreni ben drenati, di medio impasto (franco o franco-sabbiosi).

  • Mal si adatta a suoli pesanti, argillosi, soggetti a ristagno idrico, che favoriscono marciumi radicali e deperimenti.

  • Tollera un intervallo di pH abbastanza ampio, da subacido a subalcalino, ma con preferenza per pH vicino alla neutralità.

  • È importante una buona dotazione di sostanza organica per stabilità strutturale e capacità di ritenzione idrica.

Irrigazione

  • Richiede disponibilità idrica regolare nelle fasi critiche:

    • ripresa vegetativa e accrescimento dei germogli,

    • allegagione,

    • ingrossamento dei frutti.

  • In condizioni di deficit idrico prolungato i frutti restano piccoli e più soggetti a spaccature, mentre eccessi di acqua favoriscono malattie e asfissia radicale.

  • Nei moderni impianti si utilizza spesso irrigazione a goccia con turni calibrati in funzione del tipo di suolo e dello stadio fenologico.

Temperatura

  • Germogli e fiori vengono danneggiati già da lievi gelate sotto 0 °C, soprattutto in piena fioritura.

  • Temperature estive molto elevate accompagnate da siccità possono causare colpi di sole sui frutti e stress idrico.

  • La specie si presta bene alle aree con inverno freddo ma non estremo e estate calda, tipiche di molte zone frutticole collinari.

Concimazione

  • Necessita di concimazioni equilibrate per evitare squilibri vegeto-produttivi e alternanza di produzione.

  • Azoto: va fornito in quantità moderate per supportare la crescita senza stimolare eccesso di vegetazione a scapito della fruttificazione.

  • Fosforo e potassio: importanti per fioritura, allegagione, qualità del frutto, contenuto zuccherino e resistenza agli stress.

  • L’apporto di sostanza organica (letame ben maturo, compost) migliora struttura e fertilità del terreno, soprattutto nei suoli più poveri.

Cure colturali

  • Potatura regolare per:

    • mantenere una chioma ben arieggiata e illuminata,

    • rinnovare il legno fruttifero (l’albicocco fruttifica soprattutto su rami di 2–3 anni),

    • contenere l’altezza e facilitare le operazioni di raccolta.

  • In molti ambienti si preferisce potare in fine inverno-inizio primavera o in estate, evitando tagli grossi in periodi freddi e umidi che favoriscono il deperimento dei rami.

  • Diradamento dei frutti nei carichi molto elevati per ridurre il rischio di alternanza produttiva e migliorare calibro e qualità.

  • Monitoraggio costante di parassiti e patogeni tipici delle drupacee (malattie fungine dei rami e dei frutti, insetti carpofagi) e applicazione di strategie di difesa integrata.

Raccolta

  • La maturazione avviene, a seconda della varietà e dell’area, dalla tarda primavera fino alla metà dell’estate.

  • Si raccoglie in genere quando il frutto ha raggiunto colorazione di varietà, buona consistenza ma inizio di morbidezza, in modo da coniugare qualità gustativa e resistenza al trasporto.

  • La raccolta è prevalentemente manuale, con più passaggi in campo per cogliere i frutti alla giusta maturazione.

  • La gestione attenta dei tempi di raccolta limita caduta a terra, ammaccature e marcescenze post-raccolta.

Moltiplicazione

  • Gli impianti produttivi sono costituiti quasi esclusivamente da piante innestate su portinnesti selezionati (Prunus cerasifera, ibridi di susino o altri Prunus), scelti in base a:

    • tipo di suolo,

    • vigoria desiderata,

    • resistenza a patologie del colletto e del sistema radicale.

  • La semina da nocciolo viene usata soprattutto per ottenere portinnesti da innestare successivamente.

  • La messa a dimora delle giovani piante si effettua in genere in autunno o a fine inverno, rispettando sesti di impianto adeguati alla forma di allevamento (vaso, fusetto, ecc.).

Valori nutrizionali indicativi per 100 g (albicocca fresca, cruda)

(Valori medi, possono variare con varietà, maturazione e origine.)

  • Energia: ~45–50 kcal

  • Acqua: ~85–87 g

  • Proteine: ~1–1,5 g

  • Carboidrati totali: ~10–11 g

    • Zuccheri: ~8–9 g

    • Fibre alimentari: ~2 g circa

  • Grassi totali: ~0,3–0,5 g

    • Prima occorrenza acronimi lipidici: SFA (saturated fatty acids, acidi grassi saturi, da limitare quando l’apporto globale è elevato), MUFA (monounsaturated fatty acids, acidi grassi monoinsaturi, generalmente favorevoli al profilo cardiometabolico), PUFA (polyunsaturated fatty acids, acidi grassi polinsaturi, coinvolti in infiammazione e salute cardiovascolare). In seguito gli acronimi compariranno senza grassetto.

    • SFA: tracce (~0,02–0,05 g)

    • MUFA: tracce

    • PUFA: ~0,1–0,2 g

  • Minerali (ordini di grandezza)

    • Potassio: ~250–300 mg

    • Fosforo: ~20–25 mg

    • Calcio: ~10–15 mg

    • Magnesio: ~8–10 mg

  • Vitamine

    • Provitamina A (β-carotene) con buon apporto di vitamina A (retinolo equivalente)

    • Vitamina C: ~8–10 mg

    • Piccole quantità di vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B6) e vitamina E

(Le albicocche secche, a parità di peso, hanno tenori molto più alti di energia, zuccheri, fibre, potassio e carotenoidi, con acqua drasticamente ridotta.)


Principali sostanze contenute

  • Carboidrati semplici (glucosio, fruttosio, saccarosio) e una quota di amidi residui

  • Fibre alimentari, soprattutto solubili e moderata quota di insolubili

  • Vitamine: vitamina A da carotenoidi (β-carotene, β-criptoxantina), vitamina C, vitamina E e tracce di vitamine del gruppo B

  • Minerali: potassio (principale), magnesio, fosforo, calcio, ferro in piccola quantità

  • Composti fenolici e antiossidanti (flavonoidi, acidi fenolici, carotenoidi)

  • Tracce di lipidi (sfa, mufa, pufa) soprattutto nella frazione del seme, non destinato al consumo diretto come frutto fresco


Processo di produzione

  • Coltivazione

    • Albero da frutto che predilige climi temperati, con inverni freddi (necessari per la fioritura) e primavere senza gelate tardive.

    • Richiede terreni ben drenati e buona esposizione al sole.

  • Raccolta

    • Avviene in piena estate, quando i frutti raggiungono colore, consistenza e grado zuccherino ottimali.

    • Può essere manuale o meccanizzata, in funzione del tipo di destinazione (consumo fresco o industria).

  • Post-raccolta

    • Cernita, calibratura, eliminazione dei frutti difettosi, eventuale lavaggio.

    • Conservazione refrigerata per prolungare la shelf-life del prodotto fresco.

  • Trasformazione

    • Confetture e composte: cottura con zucchero e, se necessario, pectina aggiunta.

    • Succhi, nettari e puree: denocciolatura, triturazione, pastorizzazione, eventuale concentrazione.

    • Albicocche secche: denocciolatura, essiccazione ad aria calda o al sole; talvolta solfitazione per stabilità e colore.

    • Prodotti dolciari: uso in yogurt, dessert, ripieni, gelati, barrette.


Proprietà fisiche

  • Frutto di piccole-medie dimensioni (tipicamente 30–60 g), superficie vellutata, colore dal giallo chiaro all’arancio intenso.

  • Polpa compatta ma succosa, più morbida con l’aumentare della maturazione.

  • Nocciolo legnoso centrale, non commestibile come tale.

  • Per il prodotto secco: frutti ridotti di volume, consistenza elastica o morbida, colore arancio scuro o brunito se non trattati.


Proprietà sensoriali e tecnologiche

  • Sapore: dolce con acidità moderata; nelle varietà più aromatiche sono presenti note floreali e di miele.

  • Aroma: fruttato, fresco, con sentori di fiori e mandorla nelle varietà più profumate.

  • Texture:

    • Fresca: polpa morbida, fine, facilmente masticabile.

    • Secca: consistenza masticabile, più densa, con elevata sensazione di dolcezza.

  • Proprietà tecnologiche

    • Buona resa in puree e frullati grazie all’elevato contenuto d’acqua e fibre solubili.

    • La presenza di pectine contribuisce alla gelificazione di confetture e composte.

    • L’elevata concentrazione zuccherina nelle albicocche secche offre dolcezza naturale e funziona da parziale conservante.


Impieghi alimentari

  • Consumo fresco come frutta da tavola o in macedonie.

  • Preparazione di confetture, composte, puree, coulis, sciroppati.

  • Impiego in dolci (torte, crostate, strudel, clafoutis, muffin, biscotti ripieni).

  • Albicocche secche come snack, in mix di frutta secca, muesli, barrette, prodotti da forno.

  • Utilizzo in piatti salati (insalate miste, abbinamenti con carni bianche, cous cous, riso, formaggi freschi).

  • Ingredienti per yogurt, dessert al cucchiaio, gelati e sorbetti.


Nutrizione e salute

  • Controllo energetico

    • Le albicocche fresche sono relativamente povere di calorie, ideali come spuntino leggero; le versioni secche sono più caloriche e vanno consumate con attenzione alle porzioni.

  • Vitamine e antiossidanti

    • Il contenuto di carotenoidi (β-carotene in primis) supporta la sintesi di vitamina A, importante per vista, pelle e sistema immunitario.

    • La vitamina C contribuisce alla protezione dallo stress ossidativo, alla sintesi del collagene e al supporto immunitario.

    • Vitamina E e polifenoli partecipano all’azione antiossidante complessiva.

  • Fibre e funzione intestinale

    • La fibra, soprattutto nelle albicocche secche, favorisce regolarità intestinale, sazietà e modulazione dell’assorbimento di zuccheri e lipidi.

  • Apparato cardiovascolare e metabolismo

    • Il buon contenuto di potassio favorisce il normale equilibrio elettrolitico e la funzione muscolare, inclusa la funzione cardiaca.

    • Il basso contenuto di grassi, con piccole quantità di sfa, mufa e pufa, rende il contributo lipidico dell’albicocca trascurabile rispetto ad altre fonti.

Nota porzione

  • Albicocche fresche: 2–3 frutti medi (circa 100–120 g) rappresentano una porzione tipica di frutta.

  • Albicocche secche: 30 g (circa 4–5 pezzi) costituiscono una porzione indicativa, da adattare al contesto dietetico.


Allergeni e intolleranze

  • Possibili reazioni allergiche in soggetti sensibili alle drupacee (famiglia Rosaceae), talvolta in associazione a pollinosi (cross-reattività).

  • Alcune persone possono manifestare sindrome orale allergica con prurito o pizzicore a bocca e labbra dopo il consumo.

  • Albicocche secche solfitate possono causare reazioni in soggetti sensibili ai solfiti (asma, disturbi respiratori, cefalea).

  • Il seme nel nocciolo contiene composti cianogenici (amigdalina); l’ingestione del nocciolo non è raccomandata.


Conservazione e shelf-life

  • Albicocche fresche

    • Conservare a temperatura ambiente se non completamente mature, al riparo dal sole diretto.

    • In frigorifero (4–8 °C) si protrae la shelf-life per alcuni giorni (indicativamente 3–7 giorni a maturazione ottimale).

  • Albicocche secche

    • Conservare in contenitori ben chiusi, in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.

    • Shelf-life tipica: alcuni mesi fino a 1 anno, a seconda del grado di essiccazione e del confezionamento.

  • Prodotti trasformati

    • Confetture e composte: vasetti chiusi possono durare 12–24 mesi; dopo apertura conservare in frigorifero e consumare entro poche settimane.

    • Succhi e nettari: seguire le indicazioni del produttore (data di scadenza o TMC) e conservare in frigorifero dopo l’apertura.


Sicurezza e regolatorio

  • L’albicocca è considerata sicura nell’uso alimentare tradizionale.

  • Per le albicocche secche è regolamentato l’eventuale impiego di solfiti come conservanti (limiti massimi consentiti e obbligo di dichiarazione in etichetta oltre una soglia definita).

  • Devono essere rispettati i limiti per contaminanti (es. micotossine) e le norme igienico-sanitarie generali.

  • Eventuali prodotti “senza zuccheri aggiunti” o “a ridotto contenuto calorico” devono rispettare le definizioni legali previste per i claim nutrizionali.


Etichettatura

  • Denominazioni tipiche: “albicocche”, “albicocche secche”, “confettura di albicocche”, “purea di albicocche”, “nettare di albicocche”.

  • In etichetta devono comparire: elenco ingredienti, eventuali allergeni (es. solfiti), peso netto, lotto, TMC/data di scadenza, condizioni di conservazione.

  • Per confetture e gelatine sono richieste indicazioni su tenore di frutta e tenore di zuccheri secondo la normativa specifica.

  • I claim nutrizionali e salutistici (es. “fonte di vitamina A”, “fonte di potassio”) sono ammessi solo se la composizione soddisfa i requisiti di legge.


Troubleshooting

  • Confettura troppo dolce o poco fruttata

    • Possibili cause: rapporto frutta/zucchero sbilanciato, frutti poco maturi o di varietà poco aromatiche.

    • Soluzioni: aumentare la quota di frutta, usare albicocche più mature o miscelare con altre varietà più profumate, ridurre l’aggiunta di zucchero.

  • Confettura troppo liquida

    • Possibili cause: pectina insufficiente o cottura troppo breve.

    • Soluzioni: prolungare la cottura, utilizzare una parte maggiore di frutti ricchi di pectina o aggiungere pectina; verificare il pH ottimale per la gelificazione.

  • Albicocche secche troppo dure

    • Possibili cause: essiccazione spinta o conservazione prolungata.

    • Soluzioni: reidratare in acqua tiepida o in succo per alcuni minuti prima dell’uso; modulare tempo e temperatura di essiccazione.

  • Imbrunimento marcato del prodotto

    • Possibili cause: ossidazione enzimatica e non enzimatica, esposizione a ossigeno e luce.

    • Soluzioni: uso di antiossidanti (es. acido ascorbico), confezionamento protettivo, controllo del processo termico.


Sostenibilità e filiera

  • L’albicocco è una coltura tipica di molte aree mediterranee, spesso integrata in sistemi frutticoli misti e filiere territoriali.

  • Le pratiche di agricoltura integrata o biologica riducono l’impatto di fitofarmaci e favoriscono la biodiversità.

  • La trasformazione in confetture, succhi e prodotti secchi consente di valorizzare frutti fuori calibro o in eccesso, riducendo gli sprechi alimentari.

  • I sottoprodotti (noccioli, scarti di lavorazione) possono essere destinati a uso energetico, mangimistico o come materia prima per estratti e oli, in un’ottica di economia circolare.


Principali funzioni INCI (cosmesi)

(Per ingredienti come Prunus Armeniaca Fruit Extract, Prunus Armeniaca Kernel Oil, Prunus Armeniaca Juice, Prunus Armeniaca Seed Powder.)

  • Emolliente: l’olio di nocciolo di albicocca ammorbidisce e nutre la pelle, migliorando elasticità e comfort.

  • Skin conditioning: estratti di frutto e succo contribuiscono a mantenere la pelle idratata e luminosa.

  • Antiossidante: presenza di carotenoidi e vitamina E che aiutano a proteggere la pelle dallo stress ossidativo.

  • Esfoliante delicato: polveri di seme finemente micronizzate possono agire come scrub meccanici leggeri (quando adeguatamente arrotondate).

  • Aromatizzante/fragrance: conferisce delicate note fruttate a prodotti per il corpo e labbra.


Conclusione

L’albicocca (Prunus armeniaca) è un frutto estivo dall’elevato valore sensoriale e nutrizionale, che unisce dolcezza delicata, colore intenso e una buona dotazione di carotenoidi, vitamina C, fibre e potassio. Consumata fresca rappresenta uno snack leggero e ricco di composti protettivi, mentre nella forma secca offre una fonte concentrata di energia e micronutrienti, da usare con attenzione alle porzioni. La versatilità in cucina, dalla frutta da tavola alle confetture, ai dolci e alle preparazioni salate, la rende un ingrediente chiave della tradizione mediterranea. In ambito cosmetico, l’olio di nocciolo e gli estratti di albicocca aggiungono morbidezza, nutrimento e un tocco fruttato alle formulazioni. Grazie al legame con i territori produttivi e alle possibilità di valorizzare i sottoprodotti, l’albicocca si colloca pienamente in una logica di qualità nutrizionale, filiera sostenibile ed economia circolare.

Studi

L'olio del kernel dell'albicocca ha dimostrato un potenziale antimicrobico dovuto ai contenuti di benzaldeide (90,6%), mandelonitrile (5,2%) e acido benzoico (4,1%). L'attività antimicrobica ha avuto efficacia in grado variabile contro 16 batteri e due specie di lieviti (1).

L'amigdalina, un glicoside cianogenide contenuto in discreta quantità nel kernel dell'albicocca, ma anche in quello di mandorle e pesche, è stata accreditata dalla letteratura scientifica di effetti soppressivi sullo sviluppo del cancro al colon. L'assunzione giornaliera di kernel, basata su una forma controllata di assunzione, può essere considerata un agente chemiopreventivo (2).

Attenzione: si sottolinea la parola controllata in quanto l'amigdalina contiene cianuro, un veleno potente e letale. In questo studio viene presentato il caso di un bambino di 3 anni con intossicazione grave dovuta ad ingestione di 3 kernel di albicocca (3). Sono quindi sconsigliate le cure fai da te. 

Albicocca studi

Mini-glossario

  • SFA – Saturated fatty acids: acidi grassi saturi; un eccesso nella dieta può aumentare il colesterolo LDL e il rischio cardiovascolare.

  • MUFA – Monounsaturated fatty acids: acidi grassi monoinsaturi; quando sostituiscono i saturi possono contribuire a un miglior profilo lipidico.

  • PUFA – Polyunsaturated fatty acids: acidi grassi polinsaturi; includono omega-3 e omega-6, importanti per membrane cellulari, infiammazione e salute cardiovascolare.

Bibliografia________________________________________________________________________

(1)  Lee HH, Ahn JH, Kwon AR, Lee ES, Kwak JH, Min YH.   Chemical composition and antimicrobial activity of the essential oil of apricot seed. Phytother Res. 2014 Dec;28(12):1867-72. doi: 10.1002/ptr.5219

Alajil O, Sagar VR, Kaur C, Rudra SG, Sharma RR, Kaushik R, Verma MK, Tomar M, Kumar M, Mekhemar M. Nutritional and Phytochemical Traits of Apricots (Prunus Armeniaca L.) for Application in Nutraceutical and Health Industry. Foods. 2021 Jun 10;10(6):1344. doi: 10.3390/foods10061344. 

Abstract. Apricot (Prunus armeniaca L.) is a nutritious fruit, rich in bioactive compounds, known for their health benefits. The present study attempts to evaluate nutritional (sugars, organic acids, minerals) and nutraceutical traits (total phenolics, flavonoids, carotenoids, antioxidant activity) of six commercial apricot genotypes grown in India. Antioxidant activity was determined using three in-vitro assays, namely CUPRAC (cupric reducing antioxidant capacity), FRAP (ferric reducing antioxidant power) and DPPH (1,1-diphenyl-2-picryl-hydrazyl). Significant (p < 0.05) differences were observed in the genotypes concerning nutritional and nutraceutical traits. Sucrose accounted for more than 60% of total sugars in most genotypes, followed by glucose and fructose. Citric acid accounted for more than 50% of the total organic acids present, followed by malic and succinic acids. Apricot is a good source of potassium (1430.07 to 2202.69 mg/100 g dwb) and iron (2.69 to 6.97 mg/100 g dwb) owing to its mineral composition. Total carotenoids content ranged from 0.44 to 3.55 mg/100 g, with β-carotene accounting for 33-84% of the total content. The results strongly suggest that genotypes 'CITH-A-1' and 'CITH-A-2', which have high dry matter and carotenoids content, are well suited for drying. 'Roxana' and 'CITH-A-3' are great for fresh consumption, while 'Shakarpara' and 'Gold Cot' are excellent for juice processing.

(2)  Cassiem W, de Kock M. The anti-proliferative effect of apricot and peach kernel extracts on human colon cancer cells in vitro. BMC Complement Altern Med. 2019 Jan 29;19(1):32. doi: 10.1186/s12906-019-2437-4.

Abstract. Background: Colorectal malignant neoplasms is one of the leading causes of death in both men and women in the developed world and the incidence has recently increased markedly in South Africa. Studies have highlighted the beneficial effects of Amygdalin, a cyanogenic compound found in both peach and apricot kernels, in its ability to suppress the development of colon cancer. The focus of this study was to investigate the potential anti-proliferative properties of various apricot and peach kernels extractions from South Africa and China and to monitor alterations in cell cycle kinetics in colon cancer cells. Methods: Studies were conducted on HT-29 colon cancer cells. The interactive role of three different kernel extractions on the modulation of cell proliferation, apoptosis and cell cycle progression was monitored over 24, 48 and 72 h periods. Results: After 24 h, all extracts of the South African apricot kernels had a dose related bi-phasic proliferative effect on the HT-29 cells. It stimulated cell proliferation at the lowest and highest concentrations while at 500 μg/mL it inhibited cell proliferation. In contrast, after 72 h, the low concentration inhibited cell proliferation while the 500 μg/mL extracts stimulated cell proliferation. Morphological changes were observed in cells incubated with Chinese kernel extracts after 24 h and South African kernel treatment (1000 μg/mL) after 72 h. A possible intra-S-phase block after 24 and 48 h exposure to South African hydrophilic kernel extracts was observed. This transient block that is more concerned with tolerating and accommodating damage during replication rather than repairing it, could explain the initial anti-proliferative effects observed after 24 h exposure to the various Chinese kernel extract concentrations. Conclusion: Abrogation of the block by exhaustion of the cyanide production, most likely allowed the cells to resume the cell cycle and continue into mitosis, whereas low ATP levels caused by the presence of amygdalin in the kernels, can also cause the induction of pycnosis or necrosis. These results highlight the possible mechanisms of growth inhibition by amygdalin containing extracts and may contribute towards the development of dietary anti-cancer therapies.

(3)  Dalkiran T, Kandur Y, Ozaslan M, Acipayam C, Olgar S. Role of Hemodialysis in the Management of Cyanide Intoxication From Apricot Kernels in a 3-Year-Old Child. Pediatr Emerg Care. 2018 Nov 5. doi: 10.1097/PEC.0000000000001644.

 Abstract. Cyanide (CN) is one among the most potent and rapidly acting lethal poisons, and it may cause death unless immediately diagnosed and treated. We report an unusual case of pediatric CN poisoning after ingestion of apricot kernels containing amygdalin, who survived with antidotal therapy and hemodialysis. A 3-year-old girl presented with respiratory distress and coma following tonic-clonic convulsions after ingestion of 3 apricot kernels. She had severe metabolic acidosis (pH 6.91, bicarbonate [HCO3] 5.6 mEq/L, base excess -26.0 mEq/L). Her blood CN level was measured 3.15 mg/L, 3 hours after ingestion. Hydroxocobalamin could not be administered immediately because it had to be brought from a medical center 4 hours apart. Therefore, a 3-hour hemodialysis session was carried out, following which she showed some clinical improvement. In addition, when hydroxocobalamin was obtained, it was then administered. During follow-up, she was completely asymptomatic with blood pressure, and other hemodynamic parameters normalized. This case presents hemodialysis as a way to correct metabolic derangements from CN poisoning and suggests that it may have a role in select cases of pediatric CN poisoning, especially when CN-scavenging antidotes may be unavailable.

__________________

Bonesi M, Tenuta MC, Loizzo MR, Sicari V, Tundis R. Potential Application of Prunus armeniaca L. and P. domestica L. Leaf Essential Oils as Antioxidant and of Cholinesterases Inhibitors. Antioxidants (Basel). 2018 Dec 21;8(1):2. doi: 10.3390/antiox8010002.

Abstract. The aim of this work is to investigate the in vitro acetylcholinesterase (AChE) and butyrycholinesterase (BChE) inhibitory activities of essential oils obtained by hydrodistillation from the leaves of Prunus armeniaca and P. domestica in relation to their composition, analysed by Gas Chromatography⁻Flame Ionization Detector (GC-FID) and Gas Chromatography-Mass Spectrometry (GC-MS) analyses, at different times. Moreover, considering the role of free radicals in the progression of neurodegenerative disorders, the antioxidant properties of essential oils were investigated by using, 2'-azino-bis(3-ethylbenzothiazoline-6-sulphonic acid) (ABTS), 2,2-diphenyl-1-picrylhydrazyl (DPPH), and β-carotene bleaching tests. The relative antioxidant capacity index (RACI) was used to achieve more comprehensive comparison between analysed antioxidant effects of essential oils. P. armeniaca oils were more active than P. domestica oils against AChE. Against BChE, the most active was the essential oil from P. domestica leaves collected in August with an IC50 value of 95.80 μg/mL. This oil exerted the highest inhibitory activity of lipid peroxidation with IC50 values of 11.15 and 11.39 μg/mL after 30 and 60 min of incubation, respectively. All samples demonstrated a remarkable ABTS radicals scavenging activity, with IC50 values in the range 0.45⁻0.57 μg/mL in comparison to the positive control, ascorbic acid.

 Stryjecka M, Kiełtyka-Dadasiewicz A, Michalak M, Rachoń L, Głowacka A. Chemical Composition and Antioxidant Properties of Oils from the Seeds of Five Apricot (Prunus armeniaca L.) Cultivars. J Oleo Sci. 2019 Aug 1;68(8):729-738. doi: 10.5650/jos.ess19121.

Abstract. Oils from five cultivars of apricot (Prunus armeniaca L.) grown in Poland were analysed for characteristics of chemical and biological activity. The extracted oils had an average iodine value (g of I/100 g of oil) of 99.2; a refractive index of (40°C) 1.4675; a saponification value of 189 mg of KOH/g of oil; and 0.68% unsaponifiable matter. As regards the oxidation state, the specific extinction values of the oils at 232 and 268 nm were 2.55 and 0.94, respectively, while the peroxide value was 1.40 meq O2/kg and the p-anisidine value was 1.42. Oleic acid (70.70%) was the predominant fatty acid found in the oils, followed by linoleic (22.41%), palmitic (3.14%), stearic (1.4%), linolenic (0.90%), and palmitoleic (0.70%) acid. The content of α-, γ-, and δ- tocopherols in the oils from the five apricot cultivars was 19.6-40.0, 315.4-502.3, and 28.3-58.5 mg/kg, respectively. The antioxidant capacity of the apricot kernel oils, measured using the FRAP assay, ranged from 1.07 to 1.38 mM Fe2+/L, while total polyphenols and β-carotene content were 0.85-1.22 mM gallic acid/L and 42.3-66.8 μg/g, respectively. The results indicate that among the cultivars tested, the 'Somo' cultivar grown in Poland provides the most oil, with the highest antioxidant activity. The results of our study demonstrate that apricot seeds are a potential source of oil that can have both dietary and cosmetic applications.

Kitic D, Miladinovic B, Randjelovic M, Szopa A, Sharifi-Rad J, Calina D, Seidel V. Anticancer Potential and Other Pharmacological Properties of Prunus armeniaca L.: An Updated Overview. Plants (Basel). 2022 Jul 20;11(14):1885. doi: 10.3390/plants11141885. 

Abstract. Prunus armeniaca L. (Rosaceae)-syn. Amygdalus armeniaca (L.) Dumort., Armeniaca armeniaca (L.) Huth, Armeniaca vulgaris Lam is commonly known as the apricot tree. The plant is thought to originate from the northern, north-western, and north-eastern provinces of China, although some data show that it may also come from Korea or Japan. The apricot fruit is used medicinally to treat a variety of ailments, including use as an antipyretic, antiseptic, anti-inflammatory, emetic, and ophthalmic remedy. The Chinese and Korean pharmacopeias describe the apricot seed as an herbal medicinal product. Various parts of the apricot plant are used worldwide for their anticancer properties, either as a primary remedy in traditional medicine or as a complementary or alternative medicine. The purpose of this review was to provide comprehensive and up-to-date information on ethnobotanical data, bioactive phytochemicals, anticancer potential, pharmacological applications, and toxicology of the genus Prunus armeniaca, thus providing new perspectives on future research directions. Included data were obtained from online databases such as PubMed/Medline, Google Scholar, Science direct, and Wiley Online Library. Multiple anticancer mechanisms have been identified in in vitro and in vivo studies, the most important mechanisms being apoptosis, antiproliferation, and cytotoxicity. The anticancer properties are probably mediated by the contained bioactive compounds, which can activate various anticancer mechanisms and signaling pathways such as tumor suppressor proteins that reduce the proliferation of tumor cells. Other pharmacological properties resulting from the analysis of experimental studies include neuroprotective, cardioprotective, antioxidant, immunostimulatory, antihyperlipidemic, antibacterial, and antifungal effects. In addition, data were provided on the toxicity of amygdalin, a compound found in apricot kernel seeds, which limits the long-term use of complementary/alternative products derived from P. armeniaca. This updated review showed that bioactive compounds derived from P. armeniaca are promising compounds for future research due to their important pharmacological properties, especially anticancer. A detailed analysis of the chemical structure of these compounds and their cytotoxicity should be carried out in future research. In addition, translational pharmacological studies are required for the correct determination of pharmacologically active doses in humans.


Evaluate