| "Descrizione" by Al222 (23249 pt) | 2025-Nov-14 19:01 |
L'allergene è una tra le cause più frequenti di reazioni allergiche e provoca risposte immunitarie di ipersensibilità:
Tipo I
ipersensibilità immediata. Coinvolge l'antigene che si lega agli anticorpi immoglobuline IgE
Tipo IV
ipersensibilità ritardata. Coinvolge i linfociti T che svolgono un ruolo fondamentale nel sistema immunitario e sono co-responsabili della secrezione di citochine

L'allergia alimentare è una reazione immunitaria che si verifica in relazione all'esposizione a un dato alimento.
Le allergie alimentari sono in continuo aumento in tutto il mondo, e generano sforzi di ricerca per trovare una cura sicura e adeguata.
Alcuni prodotti o sostanze allergizzanti che provocano allergie come da regolamento UE 1169/2011 successivamente modificato nel 2015:
1. Cereali contenenti glutine, vale a dire: grano (tra cui farro e grano khorasan), segale, orzo, avena o i loro ceppi ibridati e prodotti derivati, tranne:
a) sciroppi di glucosio a base di grano, incluso destrosio;
b) maltodestrine a base di grano;
c) sciroppi di glucosio a base di orzo;
d) cereali utilizzati per la fabbricazione di distillati alcolici, incluso l’alcol etilico di origine agricola.
2. Crostacei e prodotti a base di crostacei.
3. Uova e prodotti a base di uova.
4. Pesce e prodotti della pesca tranne:
a) gelatina di pesce utilizzata come supporto per preparati di vitamine o carotenoidi;
b) gelatina o colla di pesce utilizzata come chiarificante nella birra e nel vino.
5. Arachidi e prodotti a base di arachidi.
6. Soia e prodotti a base di soia, tranne:
a) olio e grasso di soia raffinato e i prodotti derivati, nella misura in cui la trasformazione che hanno subito non è suscettibile di elevare il livello di allergenicità valutato dall’Autorità per il prodotto di base da cui sono derivati.
b) tocoferoli misti naturali (E306), tocoferolo D-alfa naturale, tocoferolo acetato D-alfa naturale, tocoferolo succinato D-alfa naturale a base di soia;
c) oli vegetali derivati da fitosteroli e fitosteroli esteri a base di soia;
d) estere di stanolo vegetale prodotto da steroli di olio vegetale a base di soia.
7. Latte e prodotti a base di latte (incluso lattosio), tranne:
a) siero di latte utilizzato per la fabbricazione di distillati alcolici, incluso l’alcol etilico di origine agricola;
b) lattiolo.
8. Frutta a guscio, vale a dire: mandorle (Amygdalus communis L.), nocciole (Corylus avellana), noci (Juglans regia), noci di acagiù (Anacardium occidentale), noci di pecan [Carya illinoinensis (Wangenh.) K. Koch], noci del Brasile (Bertholletia excelsa), pistacchi (Pistacia vera), noci macadamia o noci del Queensland (Macadamia ternifolia), e i loro prodotti, tranne per la frutta a guscio utilizzata per la fabbricazione di distillati alcolici, incluso l’alcol etilico di origine agricola.
9. Sedano e prodotti a base di sedano
10. Senape e prodotti a base di senape.
11. Semi di sesamo e prodotti a base di semi di sesamo.
12. Anidride solforosa e solfiti in concentrazioni superiori a 10 mg/kg o 10 mg/litro in termini di SO2 totale da calcolarsi per i prodotti così come proposti pronti al consumo o ricostituiti conformemente alle istruzioni dei fabbricanti.
13. Lupini e prodotti a base di lupini.
14. Molluschi e prodotti a base di molluschi
Allergeni
(gestione, etichettatura, controllo e prevenzione nel settore alimentare)

Descrizione
• Gli allergeni alimentari sono componenti (di solito proteine o loro frazioni) in grado di indurre una risposta immunitaria (spesso mediata da IgE) in soggetti sensibilizzati, con manifestazioni da lievi a potenzialmente fatali (anafilassi).
• Si distinguono dall’intolleranza (es. lattosio per deficit di lattasi) e da condizioni autoimmuni come la celiachia (glutine), che non sono allergie IgE-mediate ma richiedono uguale rigore gestionale.
Quadro normativo (UE, sintesi operativa)
• Reg. (UE) 1169/2011: obbligo di indicazione in etichetta e evidenziazione grafica degli allergeni nell’elenco ingredienti; obbligo di informazione anche per alimenti non preimballati (ristorazione, vendita sfusa).
• Allegato II (elenco UE dei 14 allergeni principali):
Cereali contenenti glutine (grano, segale, orzo, avena, farro, kamut) e prodotti derivati;
Crostacei; 3) Uova; 4) Pesce; 5) Arachidi; 6) Soia; 7) Latte (incluso lattosio); 8) Frutta a guscio (mandorle, nocciole, noci, anacardi, noci pecan, noci del Brasile, pistacchi, noci macadamia/Queensland);
Sedano; 10) Senape; 11) Semi di sesamo; 12) Anidride solforosa e solfiti > 10 mg/kg o L espressi come SO₂; 13) Lupini; 14) Molluschi.
• Esenzioni specifiche per alcuni derivati altamente raffinati (es. alcuni sciroppi di glucosio da frumento, oli di soia altamente raffinati, gelatina di pesce come supporto vitaminico), ove previsti.
• “Senza glutine”: < 20 mg/kg; “a ridotto contenuto di glutine”: 20–100 mg/kg.
• La dicitura precauzionale (“può contenere…”, PAL) va usata solo a valle di una valutazione del rischio documentata (es. approccio VITAL con ED01/ED05).
Allergia vs intolleranza: elementi chiave
• Allergia IgE-mediata: esordio rapido (minuti/ore), orticaria, edema, broncospasmo, anafilassi; trattamento di emergenza con adrenalina.
• Allergie non IgE (cellulo-mediate): esordio tardivo, sintomi gastroenterici/dermatologici.
• Intolleranze: meccanismi non immunitari (es. deficit enzimatici); soglie spesso più elevate e dose-dipendenti.
• Celiachia: patologia autoimmune scatenata dal glutine (peptidi della gliadina); gestione tramite esclusione dietetica e controllo contaminazioni.
Gestione in stabilimento (Allergen Management Plan)
• Mappatura degli allergeni a livello di sito, linee, ricette, flussi di personale e materiali; valutazione del rischio ingrediente → processo → prodotto.
• Approvvigionamento: qualifica fornitori, specifiche con dichiarazione allergeni e controllo derivati (es. caseinati, sieroproteine, lecitine soia, HVP soia/grano, tahina sesamo).
• Progettazione e segregazione: stoccaggi dedicati, contenitori chiusi, codifica colori, utensili dedicati, barriere fisiche dove possibile.
• Sequenza produttiva: programmare i prodotti senza/allergene prima e quelli con allergene dopo; gestire rework solo all’interno della stessa famiglia allergenica.
• Sanificazione e convalida: procedure di pulizia validate; verifiche rapide proteiche o specifiche ELISA post-cleaning; piani di riconvalida periodica e in caso di modifiche.
• Formazione del personale su riconoscimento, gestione, igiene mani/indumenti, prevenzione del cross-contact; controllo PPE e flussi.
• Documentazione: HACCP integrato, CAPA, tracciabilità lotti, gestione non conformità e recall.
Metodi analitici (pro e contro)
• ELISA: specifico per proteine allergeniche; ottimo per monitoraggio e verifica pulizie; attenzione a matrici complesse e proteine denaturate.
• PCR: rileva DNA dell’allergene (utile per specie botanica/animale); non misura direttamente la proteina allergenica.
• LC–MS/MS: peptidi marker multipli; alta specificità e multiallergene, ma più complesso/costante validazione.
• Lateral flow (test rapidi): screening in linea; conferma con metodi quantitativi.
• Aspetti critici: LOD/LOQ, omogeneità campione, effetti matrice, recovery, materiali di riferimento.
Etichettatura
• Evidenziare gli allergeni nell’elenco ingredienti (grassetto, maiuscoletto o colore, in modo uniforme).
• Usare la denominazione dell’ingrediente che identifichi chiaramente l’allergene (es. “latte” e non solo “caseinato”).
• PAL (“può contenere…”) solo se il rischio residuo dopo tutte le misure ragionevoli non è controllabile; definire soglie operative (es. schema VITAL) e mantenerne l’evidenza.
• In ristorazione e vendita sfusa, informazione disponibile e facilmente accessibile (registro allergeni, cartellini, menu digitali).
Ristorazione collettiva e retail
• Zone dedicate/preparate, utensili e pinze separate, cambio guanti tra preparazioni, gestione oli di frittura (non condividere per evitare trasferimento allergeni, es. glutine/pesce/latte).
• Preparazioni “senza allergene X” su superfici pulite appena sanificate; coperture e contenitori chiusi.
• Formazione continua del personale di sala per raccogliere le informazioni sul cliente e comunicare con la cucina.
Esempi pratici di ingredienti “spia”
• Latte: latte in polvere, siero, caseinati, lattosio, burro chiarificato (ghee), aromi lattieri.
• Uovo: albume/tuorlo, lecitovitellina, albumina, lisozima (anche come conservante).
• Soia: farina/tofu/tempeh, lecitina (E322), proteine vegetali idrolizzate (HVP), aromi.
• Glutine: semola/farina, estratto di malto, pangrattato, salse addensate.
• Frutta a guscio: paste/creme/praline, farine, gianduia, oli poco raffinati.
• Sesamo: tahina, croste e topping per pane/snack.
• Solfiti: frutta secca/disidratata, vino, aceti, conserve vegetali.
• Pesce: gelatina di pesce/isinglass (esente in alcune applicazioni), salse fermentate.
Comunicazione al consumatore e salute
• I soggetti allergici devono leggere sempre l’etichetta e chiedere informazioni al ristorante; portare il piano d’emergenza e, se prescritto, autoiniettore di adrenalina.
• I prodotti “free from” richiedono controllo rigoroso delle contaminazioni crociate e verifica analitica periodica.
• Le trasformazioni (cottura, fermentazione) non garantiscono l’inattivazione dell’allergene; in alcuni casi il calore aumenta l’allergenicità (es. arachide tostata).
Qualità e specifiche (temi tipici di capitolato)
• Dichiarazione allergeni assoluta per tutti gli ingredienti e coadiuvanti; limiti/target analitici per allergeni critici.
• Piani di pulizia convalidati e test di verifica (ELISA rapido/proteina totale).
• Criteri di rilascio: etichetta approvata, controlli di coerenza claim (es. “senza glutine”), registri produzione e risultati test allegati.
• Tracciabilità ingredienti/packaging; piano di ritiro/richiamo testato.
Sostenibilità e filiera
• Ridurre sprechi evitando scarti da etichettatura errata o contaminazioni accidentali (design for allergen control).
• Formazione riduce errori e richiami; materiali di pulizia e procedure ottimizzate diminuiscono consumi idrici/energetici.
• Gestione reflui con riduzione BOD/COD quando si impiegano detergenti/enzimi per la sanificazione.
Conclusione
La gestione degli allergeni è un processo trasversale che integra formulazione, fornitura, produzione, pulizia, analisi e etichettatura. Un piano strutturato (HACCP esteso agli allergeni), l’uso corretto della PAL, la formazione continua e il dialogo trasparente con i consumatori riducono drasticamente il rischio clinico e quello industriale (richiami, danni reputazionali).
Mini-glossario
• IgE — Immunoglobuline E; anticorpi coinvolti nell’allergia immediata.
• PAL — Precautionary Allergen Labeling; diciture tipo “può contenere…”, da usare solo dopo valutazione del rischio.
• VITAL — Voluntary Incidental Trace Allergen Labelling; schema con ED01/ED05 (dosi che provocano reazioni all’1%/5% della popolazione sensibile) per definire livelli-azione.
• GMP/HACCP — Buone pratiche / analisi dei pericoli e punti critici di controllo; sistemi per la sicurezza alimentare.
• ED01/ED05 — Dosi di esposizione che causano reazione nell’1%/5% dei soggetti allergici; supportano decisioni su PAL.
• LOD/LOQ — Limite di rilevabilità/quantificazione; prestazioni dei metodi analitici.
• BOD/COD — Domanda biochimica/chimica di ossigeno; indicatori del carico organico dei reflui.
• QUID — Quantitative Ingredient Declaration; indicazione percentuale di taluni ingredienti in etichetta.
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