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Riso Carnaroli
"Descrizione"
di Ottika11 (2106 pt)
03-dic-2025 09:03

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Riso Carnaroli (Oryza sativa L., gruppo japonica, Lungo A)


Descrizione
Il riso Carnaroli è una delle varietà italiane più note e pregiate tra i risi da risotto. Appartiene a Oryza sativa L., gruppo japonica, categoria commerciale Lungo A. È stato selezionato in Italia nella seconda metà del Novecento e si è affermato come varietà di riferimento per la ristorazione grazie alla struttura del chicco, alla tenuta in cottura e alla capacità di assorbire liquidi e condimenti mantenendo consistenza al dente.

Il chicco si presenta allungato, semi-tondo, di dimensioni medio-grandi, con colore bianco e tipica perla centrale (zona opalescente interna dell’endosperma). Questa conformazione, associata al profilo dell’amido, è responsabile della stabilità del chicco e dell’equilibrio tra rilascio di amido superficiale e compattezza interna.

La varietà Carnaroli è nota per il contenuto relativamente elevato di amilosio rispetto ad altre varietà da risotto: questa caratteristica rende il chicco meno incline alla disgregazione e più in grado di resistere a cotture prolungate, mescolature ripetute e mantecature, permettendo una cottura uniforme anche quando si richiede cremosità finale.

È considerato un riso “da alta cucina” ed è storicamente coltivato nelle pianure risicole del Nord Italia (soprattutto Lombardia e Piemonte), in rotazione con altre colture irrigue. La gestione agronomica richiede attenzione a densità di semina, nutrizione azotata, livello d’acqua e raccolta al giusto grado di maturazione.

Classificazione botanica
Nome comune: riso Carnaroli (riso superfino)
Clade: Angiospermae
Ordine: Poales
Famiglia: Poaceae
Genere: Oryza
Specie: Oryza sativa L.


Coltivazione e condizioni di crescita

Clima
Il riso Carnaroli è una cultivar da risaia tipica delle regioni a clima temperato–caldo, con estati calde e abbondante disponibilità di acqua durante l’intero ciclo colturale. Necessita di una stagione vegetativa priva di gelate, con temperature elevate nelle fasi di accestimento, levata e maturazione. È particolarmente sensibile alle basse temperature durante germinazione e fioritura, che possono compromettere la fecondazione e ridurre la produzione.

Esposizione
Come la maggior parte delle varietà da risaia, richiede pieno sole per garantire un’elevata attività fotosintetica e una buona formazione delle pannocchie. Ombreggiamenti prolungati o la competizione con bordure vegetali alte riducono lo sviluppo delle piante e favoriscono la diffusione di infestanti.

Terreno
La coltivazione avviene generalmente in suoli pianeggianti adatti alla sommersione. I terreni ottimali sono argillosi o franco–argillosi, con buona capacità di trattenere l’acqua e dotati di sostanza organica sufficiente. I suoli molto sabbiosi, eccessivamente permeabili, impediscono il mantenimento di uno strato d’acqua uniforme e sono quindi poco indicati. Il pH ideale va da subacido a neutro–debolmente alcalino.

Irrigazione
Il riso Carnaroli viene gestito prevalentemente in sommersione permanente per una lunga parte del ciclo vegetativo. I livelli idrici devono essere regolati con attenzione nelle diverse fasi (pre–emergenza, accestimento, levata, maturazione) per limitare la pressione delle infestanti, garantire uniformità di crescita e ridurre lo stress idrico. Abbassamenti repentini o periodi di asciutta non programmata possono compromettere resa e qualità tecnologica.

Temperatura
Le temperature ottimali per la germinazione sono superiori a 12–13 °C, mentre per lo sviluppo vegetativo e la fioritura risultano ideali valori compresi tra circa 20 e 30 °C. Episodi di freddo durante l’antesi riducono la fecondazione; al contrario, eccessi termici prolungati, associati a irraggiamento intenso e ventilazione secca, possono causare scottature delle cariossidi e peggioramento qualitativo (gessatura, rotture).

Concimazione
Il riso Carnaroli richiede una concimazione bilanciata in azoto (N), fosforo (P) e potassio (K):

  • l’azoto va fornito in dosi frazionate (prima della sommersione e in copertura), per ottenere un accestimento regolare senza incrementare il rischio di allettamento;

  • il fosforo sostiene lo sviluppo dell’apparato radicale nelle prime fasi;

  • il potassio migliora la resistenza all’allettamento e diversi aspetti della qualità del chicco.

Eccessi azotati favoriscono malattie fungine (come il brusone) e rendono la coltura più sensibile ad allettamento e attacchi di insetti.

Cure colturali
Le principali pratiche comprendono:

  • controllo delle infestanti tramite rotazioni, eventuale falsa semina, tecniche meccaniche e/o chimiche mirate;

  • livellamento del terreno per garantire una sommersione uniforme;

  • regolazione dei livelli idrici per contenere specie idrofile indesiderate e ridurre stress;

  • monitoraggio di patologie (es. brusone) e fitofagi, adottando strategie di difesa integrata;

  • scelta della densità di semina adeguata per ridurre competizione interna e rischio di allettamento.

Una buona circolazione d’aria tra le piante contribuisce a contenere malattie e favorisce la qualità finale del prodotto.

Raccolta
La raccolta del riso Carnaroli avviene quando la maturazione delle cariossidi è omogenea e l’umidità della granella è idonea alla mietitrebbiatura. Un ritardo eccessivo può aumentare il rischio di allettamento, perdita di granella e peggioramento qualitativo. Dopo la raccolta, la granella viene essiccata fino a raggiungere un tenore di umidità compatibile con la conservazione e le successive fasi di lavorazione (sbramatura, raffinazione e confezionamento).

Moltiplicazione
La moltiplicazione della cultivar Carnaroli avviene tramite seme certificato, prodotto in lotti selezionati per garantire uniformità di chicco, comportamento in cottura e caratteristiche tecnologiche della varietà. In azienda, la semina in risaia si esegue a spaglio o a righe, su suolo asciutto o in acqua, regolando la dose di seme in funzione della densità obiettivo e della tecnica agronomica adottata.

Valori nutrizionali indicativi per 100 g
(riso Carnaroli bianco, crudo – valori medi)

  • Energia: ~ 350–360 kcal

  • Acqua: ~ 8–12 g

  • Carboidrati totali: ~ 76–80 g

    • amido: componente dominante

  • Fibre alimentari: ~ 0,6–1,7 g

  • Proteine: ~ 7–9 g

  • Grassi totali: ~ 0,4–1,0 g

    • prima occorrenza SFA (Saturated Fatty Acids): piccola frazione dei grassi totali; un eccesso di SFA nella dieta è associato a livelli elevati di LDL

    • MUFA (MonoUnsaturated Fatty Acids): quota contenuta

    • PUFA (PolyUnsaturated Fatty Acids): quota di norma simile o leggermente superiore ai MUFA

  • Micronutrienti: tracce di vitamine del gruppo B e minerali (fosforo, magnesio, zinco, manganese)

I valori possono variare in base all’annata produttiva e al grado di raffinazione.


Principali sostanze contenute

  • Amido complesso: amilosio + amilopectina (con livelli di amilosio relativamente alti per un riso da risotto)

  • Proteine vegetali tipiche del riso

  • Lipidi totali molto ridotti, composti da SFA, MUFA e PUFA in piccole quantità

  • Frazioni fenoliche e composti minori presenti soprattutto nei tegumenti esterni (ridotti nel prodotto bianco)

  • Vitamine del gruppo B e minerali in tracce


Processo di produzione

  1. Coltivazione in risaie italiane, con gestione dell’acqua e nutrizione azotata.

  2. Raccolta del risone a maturazione completa.

  3. Essiccazione controllata per stabilizzare il prodotto.

  4. Sbramatura (rimozione della lolla) e ottenimento del riso integrale.

  5. Sbiancatura e lucidatura per la forma bianca raffinata.

  6. Selezione ottica e meccanica per rimuovere rotture, difetti e impurità.

  7. Confezionamento in atmosfera protetta o sottovuoto e commercializzazione come “Riso Carnaroli Lungo A”.


Proprietà fisiche

  • Chicco lungo, semi-tondo, pieno e consistente

  • Perla centrale evidente

  • Colore bianco omogeneo

  • Buona resistenza meccanica a crudo

  • Elevata capacità di assorbimento dei liquidi in cottura


Proprietà sensoriali e tecnologiche

  • Sapore: neutro, equilibrato, ideale per valorizzare i condimenti

  • Aroma: tipicamente delicato, non aromatico

  • Comportamento in cottura:

    • ottima tenuta meccanica del chicco

    • rilascio moderato e controllabile di amido → cremosità finale

    • resistenza alla sovracottura maggiore rispetto a molte altre varietà

  • Consente mantecature prolungate, con emulsione equilibrata tra grassi (burro, olio, formaggi), liquidi e componente amidacea.


Impieghi alimentari

  • Risotti tradizionali e gourmet

  • Preparazioni con salse e fondi tecnici (pesce, carne, brodi speciali)

  • Piatti strutturati, timballi e ripieni

  • Menù professionali in cui sia richiesta tenuta, precisione e risultato cremoso

Meno indicato per:

  • insalate di riso con chicchi ben separati

  • cotture prolungate senza mantecatura


Nutrizione e salute
Il Carnaroli condivide il profilo nutrizionale tipico dei risi bianchi:

  • prevalenza dei carboidrati complessi

  • quota proteica moderata

  • contenuto lipidico molto basso con modesta quota di SFA alla prima occorrenza

  • assenza di glutine, con idoneità per la dieta del celiaco (se garantita l’assenza di contaminazioni)

Il carico glicemico dipende soprattutto dalla porzione e dall’abbinamento con fibre, verdure, proteine e grassi di qualità. Condimenti ricchi in grassi aumentano significativamente l’apporto calorico complessivo del piatto.


Nota porzione
Quantità indicative di Carnaroli crudo:

  • piatto principale (risotto): ~ 70–80 g a persona

  • porzione più contenuta: ~ 50–60 g


Allergeni e intolleranze

  • Il Carnaroli è naturalmente privo di glutine.

  • Possibile rischio di contaminazione crociata in impianti che lavorano cereali con glutine.

  • Raramente fonte di allergie specifiche.


Conservazione e shelf-life

  • Conservare in luogo fresco, asciutto e al riparo da luce e odori forti.

  • Dopo apertura, preferibile l’uso di contenitori ermetici.

  • Shelf-life tipica del riso bianco confezionato: fino a circa 24 mesi.

  • Il riso cotto va conservato in frigorifero e consumato entro ~24 ore.


Sicurezza e regolatorio

  • Prodotto alimentare tradizionale soggetto alle normative generali su riso e cereali:

    • limiti per contaminanti, residui di pesticidi e metalli pesanti

    • requisiti igienici, di tracciabilità e corretta etichettatura

  • Nessuna restrizione specifica sulla varietà Carnaroli.


Etichettatura
Le confezioni di “Riso Carnaroli” dovrebbero riportare:

  • denominazione del prodotto

  • varietà “Carnaroli”

  • paese d’origine se previsto

  • lotto e data

  • dichiarazione nutrizionale

  • consigli di preparazione e conservazione

  • eventuali claim (“senza glutine”, ecc.) se normativamente validi


Troubleshooting

In cucina

  • Chicco sfaldato / eccesso di collosità → tempo eccessivo o brodo troppo vigoroso: mantenere bollore moderato e tempi controllati.

  • Chicco troppo duro → liquido insufficiente o cottura non ultimata: aumentare idratazione e prolungare leggermente la cottura.

  • Risotto troppo asciutto → aggiungere brodo gradualmente e mantecare più a lungo.

In conservazione

  • Odori estranei → conservazione non idonea; usare contenitori ermetici.

  • Chicchi “vecchi” e meno performanti → verificare data di confezionamento e provenienza.


Principali funzioni INCI (cosmesi)
Carnaroli non è distinto nelle diciture INCI: le materie prime cosmetiche da riso riportano semplicemente Oryza sativa.
Possibili ingredienti:

  • Oryza Sativa (Rice) Starch — assorbente, opacizzante, texturizzante

  • Oryza Sativa (Rice) Bran Oil — emolliente, skin conditioning

  • Oryza Sativa Extract — contributo condizionante o antiossidante

Funzioni più comuni: skin conditioning, emollient, absorbent/opacifying.


Conclusione
Il riso Carnaroli rappresenta una delle eccellenze risicole italiane. La struttura del chicco, l’equilibrio tra amilosio e amilopectina e la resistenza in cottura lo rendono la scelta ideale nella preparazione di risotti cremosi, tecnici e mantecati.

Sul piano nutrizionale è in linea con gli altri risi bianchi: prevalenza di amido, proteine moderate, grassi minimi e assenza di glutine. La qualità del risultato dipende soprattutto dalla tecnica di cottura e dagli ingredienti utilizzati.

Nella cucina professionale e domestica, il Carnaroli rimane un riferimento per i risotti di alta qualità, grazie alla sua capacità di coniugare cremosità finale e chicco consistente.


Mini-glossario

  • Amilosio: componente lineare dell’amido, conferisce consistenza e tenuta; livelli più alti favoriscono chicchi compatti e meno collosi.

  • Amilopectina: componente ramificata dell’amido, responsabile del rilascio di cremosità in cottura.

  • Perla: parte interna opalescente dell’endosperma, indice della struttura del chicco e del comportamento in cottura.

  • Lungo A: categoria commerciale di risi a chicco lungo ma più largo e tondeggiante rispetto ai Lungo B (indica).

  • SFA: Saturated Fatty Acids — acidi grassi saturi; se in eccesso nella dieta contribuiscono all’aumento del colesterolo LDL.

Studi

In generale, il riso contiene più di 100 sostanze bioattive principalmente nel suo strato di crusca tra cui l'acido fitico, isovitexina, gamma-orizanolo, fitosteroli, octacosanol, squalene, l'acido gamma-aminobutirrico, tocoferolo, derivati dal tocotrienolo (1) con attività antiossidante.

Non contiene invece il beta carotene (provitamina A) ed ha un contenuto molto basso di ferro e zinco (2).

Nella crusca di riso sono presenti sostanze fitochimiche bioattive che esercitano azioni protettive contro il cancro che coinvolgono il metabolismo dell'ospite e del microbioma intestinale. Una dieta a base di crusca di riso ha mostrato effetti positivi di riduzione del rischio di cancro al colon (3).

Allergie: attenzione, il riso contiene una certa quantità di lattosio.

Su questo ingrediente sono stati selezionati gli studi più rilevanti con una sintesi dei contenuti:

Riso studi

I risi più comunemente usati sono :

  • Arborio : chicchi grandi, in Italia è il più diffuso
  • Ribe : chicchi allungati.
  • Thaibonnet : chicchi medi allungati e sottili
  • Roma : chicchi grandi
  • Basmati : chicchi sottili e allungati. Coltivato in Pakistan e India
  • Carnaroli : chicchi grandi
  • Vialone nano : chicchi grandi e rotondeggianti
  • Originario o Balilla : chicchi piccoli tondeggianti
  • Jasmine : chicchi sottili di origini asiatiche
  • Rosso : chicci rossi, piccoli e stretti
  • Selvaggio : Zizania palustris
  • Baldo : chicchi grandi, lucidi
  • Gange : proviene dall'India.
  • Pedano : rilascia molto amido
  • Venere : proviene dalla Cina e dalla pianura padana
  • Patna : proviene dalla Thailandia. Chicchi lunghi e stretti
  • Sant'Andrea : Chicchi spessi e lunghi. Rilascia molto amido.

Virus e insetti parassiti del riso: Pseudomonas aeruginosa, Rice yellow mottle virus, Magnaporthe oryzae , Rice Tungro Bacilliform Virus, Lissorhoptrus oryzophilus Kuschel, Oebalus pugnax, Xanthomonas oryzae

Bibliografia_______________________________________________________________________

(1)  Bidlack W. Phytochemicals as bioacive agents. Lancaster, Basel, Switzerland: Technomic Publishing Co., Inc; 1999. pp. 25–36.

(2) Singh SP, Gruissem W, Bhullar NK.   Single genetic locus improvement of iron, zinc and β-carotene content in rice grains.    Sci Rep. 2017 Jul 31;7(1):6883. doi: 10.1038/s41598-017-07198-5.

Abstract. Nearly half of the world's population obtains its daily calories from rice grains, which lack or have insufficient levels of essential micronutrients. The deficiency of micronutrients vital for normal growth is a global health problem, and iron, zinc and vitamin A deficiencies are the most prevalent ones. We developed rice lines expressing Arabidopsis NICOTIANAMINE SYNTHASE 1 (AtNAS1), bean FERRITIN (PvFERRITIN), bacterial CAROTENE DESATURASE (CRTI) and maize PHYTOENE SYNTHASE (ZmPSY) in a single genetic locus in order to increase iron, zinc and β-carotene content in the rice endosperm. NAS catalyzes the synthesis of nicotianamine (NA), which is a precursor of deoxymugeneic acid (DMA) iron and zinc chelators, and also chelate iron and zinc for long distance transport. FERRITIN provides efficient storage of up to 4500 iron ions. PSY catalyzes the conversion of GGDP to phytoene, and CRTI performs the function of desaturases required for the synthesis of β-carotene from phytoene. All transgenic rice lines have significantly increased β-carotene, iron, and zinc content in the polished rice grains. Our results establish a proof-of-concept for multi-nutrient enrichment of rice grains from a single genetic locus, thus offering a sustainable and effective approach to address different micronutrient deficiencies at once.

(3) Zarei I, Oppel RC, Borresen EC, Brown RJ, Ryan EP. Modulation of plasma and urine metabolome in colorectal cancer survivors consuming rice bran.  Integr Food Nutr Metab. 2019 May;6(3). doi: 10.15761/IFNM.1000252.

Abstract. Rice bran has bioactive phytochemicals with cancer protective actions that involve metabolism by the host and the gut microbiome. Globally, colorectal cancer (CRC) is the third leading cause of cancer-related death and the increased incidence is largely attributed to poor dietary patterns, including low daily fiber intake. A dietary intervention trial was performed to investigate the impact of rice bran consumption on the plasma and urine metabolome of CRC survivors. Nineteen CRC survivors participated in a randomized-controlled trial that included consumption of heat-stabilized rice bran (30 g/day) or a control diet without rice bran for 4 weeks. A fasting plasma and first void of the morning urine sample were analyzed by non-targeted metabolomics using ultrahigh-performance liquid chromatography-tandem mass spectrometry (UHPLC-MS/MS). After 4 weeks of either rice bran or control diets, 12 plasma and 16 urine metabolites were significantly different between the groups (p≤0.05). Rice bran intake increased relative abundance of plasma mannose (1.373-fold) and beta-citrylglutamate (BCG) (1.593-fold), as well as increased urine N-formylphenylalanine (2.191-fold) and dehydroisoandrosterone sulfate (DHEA-S) (4.488-fold). Diet affected metabolites, such as benzoate, mannose, eicosapentaenoate (20:5n3) (EPA), and N-formylphenylalanine have been previously reported for cancer protection and were identified from the rice bran food metabolome. Nutritional metabolome changes following increased consumption of whole grains such as rice bran warrants continued investigation for colon cancer control and prevention attributes as dietary biomarkers for positive effects are needed to reduce high risk for colorectal cancer recurrence.

Brown DG, Borresen EC, Brown RJ, Ryan EP. Heat-stabilised rice bran consumption by colorectal cancer survivors modulates stool metabolite profiles and metabolic networks: a randomised controlled trial. Br J Nutr. 2017 May;117(9):1244-1256. doi: 10.1017/S0007114517001106. 

Abstract. Rice bran (RB) consumption has been shown to reduce colorectal cancer (CRC) growth in mice and modify the human stool microbiome. Changes in host and microbial metabolism induced by RB consumption was hypothesised to modulate the stool metabolite profile in favour of promoting gut health and inhibiting CRC growth. The objective was to integrate gut microbial metabolite profiles and identify metabolic pathway networks for CRC chemoprevention using non-targeted metabolomics. In all, nineteen CRC survivors participated in a parallel randomised controlled dietary intervention trial that included daily consumption of study-provided foods with heat-stabilised RB (30 g/d) or no additional ingredient (control). Stool samples were collected at baseline and 4 weeks and analysed using GC-MS and ultra-performance liquid chromatography-MS. Stool metabolomics revealed 93 significantly different metabolites in individuals consuming RB. A 264-fold increase in β-hydroxyisovaleroylcarnitine and 18-fold increase in β-hydroxyisovalerate exemplified changes in leucine, isoleucine and valine metabolism in the RB group. A total of thirty-nine stool metabolites were significantly different between RB and control groups, including increased hesperidin (28-fold) and narirutin (14-fold). Metabolic pathways impacted in the RB group over time included advanced glycation end products, steroids and bile acids. Fatty acid, leucine/valine and vitamin B6 metabolic pathways were increased in RB compared with control. There were 453 metabolites identified in the RB food metabolome, thirty-nine of which were identified in stool from RB consumers. RB consumption favourably modulated the stool metabolome of CRC survivors and these findings suggest the need for continued dietary CRC chemoprevention efforts.

Beyer P, Al-Babili S, Ye X, Lucca P, Schaub P, Welsch R, Potrykus I. Golden Rice: introducing the beta-carotene biosynthesis pathway into rice endosperm by genetic engineering to defeat vitamin A deficiency. J Nutr. 2002 Mar;132(3):506S-510S. doi: 10.1093/jn/132.3.506S. 

 Abstract. To obtain a functioning provitamin A (beta-carotene) biosynthetic pathway in rice endosperm, we introduced in a single, combined transformation effort the cDNA coding for phytoene synthase (psy) and lycopene beta-cyclase (beta-lcy) both from Narcissus pseudonarcissus and both under the control of the endosperm-specific glutelin promoter together with a bacterial phytoene desaturase (crtI, from Erwinia uredovora under constitutive 35S promoter control). This combination covers the requirements for beta-carotene synthesis and, as hoped, yellow beta-carotene-bearing rice endosperm was obtained in the T(0)-generation. Additional experiments revealed that the presence of beta-lcy was not necessary, because psy and crtI alone were able to drive beta-carotene synthesis as well as the formation of further downstream xanthophylls. Plausible explanations for this finding are that these downstream enzymes are constitutively expressed in rice endosperm or are induced by the transformation, e.g., by enzymatically formed products. Results using N. pseudonarcissus as a model system led to the development of a hypothesis, our present working model, that trans-lycopene or a trans-lycopene derivative acts as an inductor in a kind of feedback mechanism stimulating endogenous carotenogenic genes. Various institutional arrangements for disseminating Golden Rice to research institutes in developing countries also are discussed.

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