| "Descrizione" di AColumn (9402 pt) | 03-dic-2025 11:46 |
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Il riso Roma è una storica varietà italiana di Oryza sativa L., classificata nel gruppo dei risi Lungo A e caratterizzata da un chicco lungo, ampio e perlato. È una cultivar sviluppata e coltivata principalmente nelle aree risicole del Nord Italia, dove ha assunto un ruolo rilevante nella gastronomia domestica e tradizionale.
La morfologia del chicco è tipicamente “da risotto semplice”:
lunghezza superiore ai risi tondi,
sezione piena,
endosperma perlaceo, con grado di opacità che favorisce un rilascio di amido superiore rispetto ai risi dalla granella più vitrea.
La presenza della “perla” nel centro del chicco è uno dei fattori che permette al riso Roma di sviluppare cremosità naturale in cottura, pur mantenendo una buona integrità strutturale del granello. Non raggiunge i livelli di tenuta e qualità di mantecatura dei risi più rinomati per risotto (es. Carnaroli o Arborio), ma si colloca come scelta valida, economica e versatile per preparazioni casalinghe, minestre dense, timballi e risotti meno tecnici.
Dal punto di vista agronomico, il riso Roma appartiene a un gruppo varietale italiano ben radicato, con ciclo medio e resa soddisfacente. È apprezzato per la sua stabilità in cottura, il profilo sensoriale neutro e la buona disponibilità sul mercato, che ne hanno favorito l’uso diffuso.
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Classificazione botanica
Nome comune: riso Roma (Lungo A, chicco perlato)
Clade: Angiospermae
Ordine: Poales
Famiglia: Poaceae
Genere: Oryza
Specie: Oryza sativa L.
Clima
Il riso Roma è una cultivar italiana di tipo Lungo A, caratterizzata da chicco perlato, adatta ai sistemi di coltivazione in aree a clima temperato–caldo, con estati calde e ampia disponibilità di acqua. Richiede una stagione vegetativa priva di gelate, con temperature elevate nelle fasi di accestimento, levata e antesi. È sensibile al freddo nelle prime fasi e in fioritura, condizioni che riducono l’allegagione e la resa.
Esposizione
Come gli altri risi da risaia, necessita di pieno sole per garantire una buona attività fotosintetica e una corretta formazione delle pannocchie. In condizioni di ombreggiamento prolungato la crescita si riduce, le piante risultano più deboli e la produttività si abbassa.
Terreno
Il riso Roma viene coltivato in suoli pianeggianti idonei all’allagamento, preferibilmente argillosi o franco–argillosi, dotati di buona sostanza organica e capacità di trattenere l’acqua. Terreni molto sabbiosi e a elevata permeabilità non sono consigliati, poiché non consentono il mantenimento di uno strato idrico uniforme. Il pH ottimale varia tra leggermente acido, neutro o debolmente alcalino.
Irrigazione
La coltivazione avviene in genere in sommersione, mantenendo uno strato d’acqua omogeneo durante gran parte del ciclo vegetativo. La gestione dei livelli idrici nelle diverse fasi (pre–emergenza, accestimento, levata, maturazione) è fondamentale per contenere le infestanti, evitare stress idrico e favorire una crescita uniforme. Oscillazioni improvvise del livello idrico o periodi di asciutta possono compromettere resa e qualità.
Temperatura
Le temperature ottimali per la germinazione sono superiori a 12–13 °C, mentre per crescita vegetativa e fioritura risultano ideali valori compresi tra 20 e 30 °C. Episodi di freddo durante l’antesi riducono la fecondazione e l’allegagione. Al contrario, eccessi termici associati a forte irraggiamento e vento secco possono causare scottature delle cariossidi e peggioramento della qualità (rotture, gessatura).
Concimazione
Il riso Roma necessita di concimazioni equilibrate in azoto (N), fosforo (P) e potassio (K):
l’azoto, fornito in modo frazionato, favorisce un accestimento regolare senza incrementare troppo il rischio di allettamento;
il fosforo sostiene lo sviluppo iniziale dell’apparato radicale;
il potassio contribuisce alla resistenza all’allettamento e alla qualità del chicco.
Eccessi azotati aumentano il rischio di malattie fungine (come il brusone), favoriscono l’allettamento e possono compromettere la stabilità produttiva.
Cure colturali
Le principali pratiche agronomiche comprendono:
controllo delle infestanti tramite rotazioni, eventuale falsa semina, tecniche meccaniche e/o selettive;
accurato livellamento del terreno per favorire la sommersione uniforme;
gestione dei livelli idrici per contenere specie idrofile indesiderate e ridurre lo stress;
monitoraggio di fitopatie (es. brusone) e fitofagi, adottando strategie di difesa integrata;
regolazione della densità di semina per limitare la competizione interna e il rischio di allettamento.
Una buona aerazione tra le piante contribuisce a contenere malattie e favorisce la corretta formazione delle pannocchie.
Raccolta
La raccolta avviene quando la maturazione delle cariossidi è uniforme e l’umidità della granella è idonea alla mietitrebbiatura meccanizzata. Ritardi eccessivi possono favorire allettamento, sgranatura e perdita di qualità. Dopo la raccolta, il prodotto viene essiccato fino a raggiungere un tenore di umidità adeguato alla conservazione e alle successive lavorazioni.
Moltiplicazione
La moltiplicazione della cultivar Roma avviene tramite seme certificato, ottenuto da lotti di selezione varietale per garantire purezza genetica, uniformità del chicco e costanza delle caratteristiche tecnologico–culinarie. In azienda, la semina in risaia può essere effettuata a spaglio o a righe, su terreno asciutto o in sommersione, regolando la dose di seme in funzione della densità obiettivo, della fertilità del suolo e della tecnica agronomica adottata.
(riso Roma bianco, crudo – valori medi dei risi Lungo A perlati)
Energia: ~ 330–360 kcal
Acqua: ~ 10–13 g
Carboidrati totali: ~ 75–78 g
prevalentemente amido
Fibre alimentari: ~ 0,5–2 g
Proteine: ~ 6–8 g
Grassi totali: ~ 0,4–1,0 g
SFA (Saturated Fatty Acids): piccola frazione della componente lipidica; un eccesso nella dieta è collegato all’aumento del colesterolo LDL
MUFA (grassi monoinsaturi): quantità ridotte
PUFA (grassi polinsaturi): quantità simili o leggermente maggiori dei MUFA
Minerali: fosforo, ferro, magnesio e zinco in tracce
Vitamine: piccole quantità di vitamine del gruppo B
Il profilo nutrizionale è in linea con quello degli altri risi italiani bianchi a chicco lungo.
Amido complesso (amilosio e amilopectina)
Proteine vegetali tipiche del riso
Frazione lipidica molto ridotta, con SFA, MUFA e PUFA in tracce
Vitamine del gruppo B e minerali in quantità modeste
Fibra alimentare contenuta in basse percentuali nel prodotto raffinato
Componenti bioattivi minori (principalmente concentrati negli strati esterni rimossi durante la sbiancatura)
Coltivazione in risaie con sommersione controllata, gestione idrica, fertilizzazione e protezione fitosanitaria.
Raccolta del risone a maturazione completa.
Essiccazione del risone per garantire la conservabilità.
Pulizia dalle impurità solide.
Sbramatura per ottenere riso integrale.
Sbiancatura e lucidatura del chicco con rimozione parziale della crusca.
Selezione e confezionamento con eliminazione dei chicchi rotti, controllo dell’umidità e imballaggio finale.
Chicco Lungo A, ampio, con lunghezza sopra media
Endosperma perlato, con opacità centrale tipica dei risi da risotto
Colore bianco avorio
Struttura interna predisposta a cotture che richiedono rilascio di amido
Sapore: delicato, neutro, tipico del riso bianco
Aroma: tenue e non aromatico
Texture in cottura:
grana compatta e buona resistenza strutturale
moderato rilascio di amido, con naturale cremosità superficiale
Dal punto di vista tecnologico:
consente mantecature semplici,
si presta a ricette dense e legate,
ha tempi di cottura medio-standard,
mantiene forma e consistenza se ben gestito nelle fasi di tostatura e assorbimento liquidi.
risotti semplici o casalinghi
zuppe e minestre dense
timballi, sformati e preparazioni al forno
piatti unici a base di cereali
contorni morbidi e ricette dove si desidera un leggero effetto cremoso
Meno indicato per:
risotti d’alta scuola dove si richiede tenuta estrema, chicco più grande e struttura complessa
piatti a chicco totalmente asciutto e sgranato (per i quali si preferiscono i Lungo B)
Il riso Roma è un cereale a prevalenza di amido complesso, con proteine moderate e grassi molto ridotti. È naturalmente privo di glutine, adatto quindi a regimi alimentari per celiaci o persone con sensibilità al glutine, purché non vi siano contaminazioni nella filiera.
Il suo indice glicemico è generalmente medio o medio-alto, similmente agli altri risi bianchi raffinati. L’impatto sul metabolismo dipende da:
porzione consumata,
metodo di cottura,
presenza di fibre, grassi e proteine nel pasto.
Associare il riso Roma a verdure, legumi, pesce o fonti lipidiche di qualità aiuta a creare pasti più equilibrati, modulando la risposta glicemica.
come piatto unico/primo: 70–80 g crudi a persona
come contorno: 50–60 g crudi a persona
naturalmente gluten-free
generalmente ben tollerato
allergie specifiche al riso sono rare
ben digeribile nella maggior parte dei consumatori
conservare in luogo fresco e asciutto, lontano da luce e odori forti
richiudere bene la confezione o trasferire in contenitore ermetico
shelf-life tipica fino a circa 24 mesi per il prodotto confezionato
riso cotto da consumare entro 24 ore se conservato in frigorifero
soggetto alle norme generali sui prodotti cerealicoli
controlli su contaminanti, micotossine, residui fitosanitari e requisiti igienico-sanitari
eventuali claim (es. “senza glutine”) ammessi solo se conformi alla normativa
devono essere rispettati obblighi di tracciabilità, etichettatura e corretta identificazione merceologica
Una confezione di riso Roma destinata al consumatore dovrebbe riportare:
denominazione “Riso Roma”
tipologia “Lungo A”
varietà “Roma”
Paese di produzione/origine
dichiarazione nutrizionale
lotto, data minima di conservazione
istruzioni per cottura e conservazione
In cucina
risotto poco cremoso → intensificare tostatura e mantecatura; aggiungere grassi e/o formaggi
chicco sfaldato → eccesso di acqua o cottura troppo aggressiva
consistenza troppo asciutta → aumentare gradualità dell’assorbimento e controllo del brodo
In conservazione
odori estranei → chiusura non ermetica o stoccaggio vicino a sostanze aromatiche
insetti in dispensa → utilizzare contenitori sigillati e verificare periodicamente
Nella cosmesi la materia prima riso non viene distinta per varietà. Gli ingredienti derivati dal riso Roma comparirebbero semplicemente come Oryza sativa nelle liste INCI.
Funzioni più comuni:
Oryza Sativa (Rice) Starch: assorbente, opacizzante e texturizzante
Oryza Sativa (Rice) Bran Oil: emolliente, con funzione skin conditioning
Oryza Sativa (Rice) Extract: condizionante cutaneo con lieve azione antiossidante
Il riso Roma è un Lungo A perlato della tradizione italiana, apprezzato per la sua capacità di fornire una moderata cremosità grazie al rilascio di amido, pur mantenendo buona integrità del chicco. È una scelta funzionale e versatile per la cucina quotidiana, adatta a risotti semplici, minestre, timballi, piatti al forno e preparazioni in cui il riso contribuisce alla struttura complessiva.
Sotto il profilo nutrizionale, rientra nel quadro tipico dei risi bianchi raffinati: carboidrati complessi, quota proteica moderata, grassi minimi e naturale assenza di glutine. Con un corretto impiego nelle porzioni e con abbinamenti opportuni, può essere parte coerente di un’alimentazione equilibrata.
Lungo A – categoria di risi con chicchi allungati e più larghi rispetto ai Lungo B; spesso impiegati per risotti e preparazioni in cui sia utile un moderato rilascio di amido.
Chicco perlato – chicco con porzione centrale opaca (perla), indicativa di un particolare assetto dell’amido e maggiore tendenza alla cremosità in cottura.
Amido – principale carboidrato complesso presente nel riso, costituito da amilosio e amilopectina; responsabile di consistenza e comportamento in cottura.
Gluten-free – indica l’assenza di glutine; il riso, incluso il Roma, è naturalmente privo di glutine.
SFA – Saturated Fatty Acids (acidi grassi saturi): componente dei lipidi; un eccesso nella dieta è associato ad aumento del colesterolo LDL. Nel riso la quota è molto bassa.
MUFA – MonoUnsaturated Fatty Acids (acidi grassi monoinsaturi): grassi insaturi considerati più favorevoli rispetto ai saturi sul piano metabolico; possibili effetti positivi sul profilo lipidico quando sostituiscono parte degli SFA.
PUFA – PolyUnsaturated Fatty Acids (acidi grassi polinsaturi): includono famiglie omega-6 e omega-3; svolgono funzioni fisiologiche essenziali quando assunti in quantità equilibrate. Nel riso rappresentano una parte ridotta della quota lipidica totale.
Studi
In generale, il riso contiene più di 100 sostanze bioattive principalmente nel suo strato di crusca tra cui l'acido fitico, isovitexina, gamma-orizanolo, fitosteroli, octacosanol, squalene, l'acido gamma-aminobutirrico, tocoferolo, derivati dal tocotrienolo (1) con attività antiossidante.
Non contiene invece il beta carotene (provitamina A) ed ha un contenuto molto basso di ferro e zinco (2).
Nella crusca di riso sono presenti sostanze fitochimiche bioattive che esercitano azioni protettive contro il cancro che coinvolgono il metabolismo dell'ospite e del microbioma intestinale. Una dieta a base di crusca di riso ha mostrato effetti positivi di riduzione del rischio di cancro al colon (3).
Allergie: attenzione, il riso contiene una certa quantità di lattosio.
Su questo ingrediente sono stati selezionati gli studi più rilevanti con una sintesi dei contenuti:
I risi più comunemente usati sono :
Virus e insetti parassiti del riso: Pseudomonas aeruginosa, Rice yellow mottle virus, Magnaporthe oryzae , Rice Tungro Bacilliform Virus, Lissorhoptrus oryzophilus Kuschel, Oebalus pugnax, Xanthomonas oryzae
Bibliografia_______________________________________________________________________
(1) Bidlack W. Phytochemicals as bioacive agents. Lancaster, Basel, Switzerland: Technomic Publishing Co., Inc; 1999. pp. 25–36.
(2) Singh SP, Gruissem W, Bhullar NK. Single genetic locus improvement of iron, zinc and β-carotene content in rice grains. Sci Rep. 2017 Jul 31;7(1):6883. doi: 10.1038/s41598-017-07198-5.
Abstract. Nearly half of the world's population obtains its daily calories from rice grains, which lack or have insufficient levels of essential micronutrients. The deficiency of micronutrients vital for normal growth is a global health problem, and iron, zinc and vitamin A deficiencies are the most prevalent ones. We developed rice lines expressing Arabidopsis NICOTIANAMINE SYNTHASE 1 (AtNAS1), bean FERRITIN (PvFERRITIN), bacterial CAROTENE DESATURASE (CRTI) and maize PHYTOENE SYNTHASE (ZmPSY) in a single genetic locus in order to increase iron, zinc and β-carotene content in the rice endosperm. NAS catalyzes the synthesis of nicotianamine (NA), which is a precursor of deoxymugeneic acid (DMA) iron and zinc chelators, and also chelate iron and zinc for long distance transport. FERRITIN provides efficient storage of up to 4500 iron ions. PSY catalyzes the conversion of GGDP to phytoene, and CRTI performs the function of desaturases required for the synthesis of β-carotene from phytoene. All transgenic rice lines have significantly increased β-carotene, iron, and zinc content in the polished rice grains. Our results establish a proof-of-concept for multi-nutrient enrichment of rice grains from a single genetic locus, thus offering a sustainable and effective approach to address different micronutrient deficiencies at once.
(3) Zarei I, Oppel RC, Borresen EC, Brown RJ, Ryan EP. Modulation of plasma and urine metabolome in colorectal cancer survivors consuming rice bran. Integr Food Nutr Metab. 2019 May;6(3). doi: 10.15761/IFNM.1000252.
Abstract. Rice bran has bioactive phytochemicals with cancer protective actions that involve metabolism by the host and the gut microbiome. Globally, colorectal cancer (CRC) is the third leading cause of cancer-related death and the increased incidence is largely attributed to poor dietary patterns, including low daily fiber intake. A dietary intervention trial was performed to investigate the impact of rice bran consumption on the plasma and urine metabolome of CRC survivors. Nineteen CRC survivors participated in a randomized-controlled trial that included consumption of heat-stabilized rice bran (30 g/day) or a control diet without rice bran for 4 weeks. A fasting plasma and first void of the morning urine sample were analyzed by non-targeted metabolomics using ultrahigh-performance liquid chromatography-tandem mass spectrometry (UHPLC-MS/MS). After 4 weeks of either rice bran or control diets, 12 plasma and 16 urine metabolites were significantly different between the groups (p≤0.05). Rice bran intake increased relative abundance of plasma mannose (1.373-fold) and beta-citrylglutamate (BCG) (1.593-fold), as well as increased urine N-formylphenylalanine (2.191-fold) and dehydroisoandrosterone sulfate (DHEA-S) (4.488-fold). Diet affected metabolites, such as benzoate, mannose, eicosapentaenoate (20:5n3) (EPA), and N-formylphenylalanine have been previously reported for cancer protection and were identified from the rice bran food metabolome. Nutritional metabolome changes following increased consumption of whole grains such as rice bran warrants continued investigation for colon cancer control and prevention attributes as dietary biomarkers for positive effects are needed to reduce high risk for colorectal cancer recurrence.
Brown DG, Borresen EC, Brown RJ, Ryan EP. Heat-stabilised rice bran consumption by colorectal cancer survivors modulates stool metabolite profiles and metabolic networks: a randomised controlled trial. Br J Nutr. 2017 May;117(9):1244-1256. doi: 10.1017/S0007114517001106.
Abstract. Rice bran (RB) consumption has been shown to reduce colorectal cancer (CRC) growth in mice and modify the human stool microbiome. Changes in host and microbial metabolism induced by RB consumption was hypothesised to modulate the stool metabolite profile in favour of promoting gut health and inhibiting CRC growth. The objective was to integrate gut microbial metabolite profiles and identify metabolic pathway networks for CRC chemoprevention using non-targeted metabolomics. In all, nineteen CRC survivors participated in a parallel randomised controlled dietary intervention trial that included daily consumption of study-provided foods with heat-stabilised RB (30 g/d) or no additional ingredient (control). Stool samples were collected at baseline and 4 weeks and analysed using GC-MS and ultra-performance liquid chromatography-MS. Stool metabolomics revealed 93 significantly different metabolites in individuals consuming RB. A 264-fold increase in β-hydroxyisovaleroylcarnitine and 18-fold increase in β-hydroxyisovalerate exemplified changes in leucine, isoleucine and valine metabolism in the RB group. A total of thirty-nine stool metabolites were significantly different between RB and control groups, including increased hesperidin (28-fold) and narirutin (14-fold). Metabolic pathways impacted in the RB group over time included advanced glycation end products, steroids and bile acids. Fatty acid, leucine/valine and vitamin B6 metabolic pathways were increased in RB compared with control. There were 453 metabolites identified in the RB food metabolome, thirty-nine of which were identified in stool from RB consumers. RB consumption favourably modulated the stool metabolome of CRC survivors and these findings suggest the need for continued dietary CRC chemoprevention efforts.
Beyer P, Al-Babili S, Ye X, Lucca P, Schaub P, Welsch R, Potrykus I. Golden Rice: introducing the beta-carotene biosynthesis pathway into rice endosperm by genetic engineering to defeat vitamin A deficiency. J Nutr. 2002 Mar;132(3):506S-510S. doi: 10.1093/jn/132.3.506S.
Abstract. To obtain a functioning provitamin A (beta-carotene) biosynthetic pathway in rice endosperm, we introduced in a single, combined transformation effort the cDNA coding for phytoene synthase (psy) and lycopene beta-cyclase (beta-lcy) both from Narcissus pseudonarcissus and both under the control of the endosperm-specific glutelin promoter together with a bacterial phytoene desaturase (crtI, from Erwinia uredovora under constitutive 35S promoter control). This combination covers the requirements for beta-carotene synthesis and, as hoped, yellow beta-carotene-bearing rice endosperm was obtained in the T(0)-generation. Additional experiments revealed that the presence of beta-lcy was not necessary, because psy and crtI alone were able to drive beta-carotene synthesis as well as the formation of further downstream xanthophylls. Plausible explanations for this finding are that these downstream enzymes are constitutively expressed in rice endosperm or are induced by the transformation, e.g., by enzymatically formed products. Results using N. pseudonarcissus as a model system led to the development of a hypothesis, our present working model, that trans-lycopene or a trans-lycopene derivative acts as an inductor in a kind of feedback mechanism stimulating endogenous carotenogenic genes. Various institutional arrangements for disseminating Golden Rice to research institutes in developing countries also are discussed.
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